Un rapporto dell’UNEP ha rivelato che le donne nei Paesi in via di sviluppo pagano il prezzo più alto per i disastri ambientali, perché hanno meno accesso ai mezzi per salvarsi. Eppure sono proprio le donne, nelle aree rurali del Sud del mondo, a svolgere un ruolo cruciale contro la fame nel mondo e nella gestione delle risorse del territorio. In alcune regioni asiatiche ed africane reggono l’intero comparto agricolo.
In occasione delle celebrazioni per la Festa della donna, per riconoscere l’impegno profuso dalle donne nella salvaguardia del territorio, l’associazione A Sud presenta il Premio Donne Pace e Ambiente, alla sua prima edizione. Il premio è dedicato a Wangari Maathai, premio Nobel per la Pace nel 2004, nota come la signora degli alberi per le sue battaglie contro la deforestazione. Fondò in Kenya il Green Belt Movement a difesa della biodiversità delle foreste e per uno sviluppo sostenibile. Gli attivisti del Green Belt Movement hanno piantato oltre 35 milioni di alberi.
La pace del mondo dipende dalla difesa dell’ambiente. Non ci può essere pace senza sviluppo sostenibile e non ci può essere sviluppo senza uno sfruttamento sostenibile dell’ambiente. La protezione dell’ecosistema deve essere considerata un mezzo per garantire la pace, in Paesi dove la scarsità delle risorse genera inevitabilmente instabilità politiche e sociali.
Parole di Maathai, sicuramente condivise dalle quattro attiviste italiane che riceveranno i premi Acqua, Fuoco, Terra e Aria. La consegna del riconoscimento avverrà il prossimo 6 marzo a Roma presso la Casa Internazionale delle Donne, in via della Lungara, 19. Scrive A Sud:
Nel contesto attuale risulta sempre più urgente incrociare i temi della pace e della solidarietà con quelli dei diritti di genere e ambientali. Parlare di ambiente e di impatti di disastri ambientali oggi vuol dire parlare di donne, le prime vittime dei conflitti ambientali ma anche sempre più spesso le prime leader di proteste in difesa della terra. Ci sono donne che possono essere considerate eroine al pari dei grandi eroi del passato. La differenza è che non imbracciano un’arma e difendono le idee in modi meno violenti. Il premio ha l’obiettivo di testimoniare, nell’ambito delle celebrazioni dell’8 marzo, l’impegno civile delle donne nelle battaglie in difesa della pace, dei diritti di genere e dell’ambiente.
23 Dicembre 2024