Da quando, nell’estate 2011, divenne chiaro che si intendeva usare il debito pubblico come leva per spogliarci dei servizi pubblici e impoverirci a vantaggio dei signori della finanza, sono state lanciate varie iniziative di mobilitazione, ma senza grandi successi.
Eppure l’allarme debito è tutt’altro che rientrato. Mentre l’Europa ha messo a punto meccanismi ferrei per costringere gli stati dell’eurozona a gestire i bilanci pubblici in un’ottica di austerità, ovunque destra e sinistra hanno assunto come linea politica quella di condizionare ogni scelta economica e sociale al pagamento del debito. Con risultati drammatici come mostra la crescita costante di povertà e disoccupazione. Dunque è urgente organizzare una grande mobilitazione popolare per imporre vie d’uscita non assoggettate ai mercati, ma dalla parte dei cittadini, dei diritti, dei beni comuni. Ma come fare?
Penso che uno degli ostacoli che ci impedisce di coinvolgere le persone, è la complessità del problema. Intimiditi dai mille intrecci che il tema intesse con una varietà di altri argomenti, molti finiscono per paralizzarsi e rifugiarsi nel pensiero dominante. Gli stessi militanti che hanno costituito la spina dorsale di movimenti e campagne importanti come quella sull’acqua, No tav, No basi militari, e molte altre, scantonano di fronte al debito pubblico, sopraffatti dalla complessità. Per questo credo che dovremmo porre un impegno particolare nella formazione e nella sensibilizzazione. Solo se riusciamo a trasformare il debito pubblico in un tema di grande dibattito popolare e a fornire su larga scala gli strumenti minimi di discussione, possiamo avere qualche possibilità di fare progredire le nostre campagne. Altrimenti rimarremo isolati.
Con questa convinzione, mi sono sempre impegnato nella formazione ed alla fine ho deciso di scrivere un libro divulgativo, pubblicato da Feltrinelli, di cui allego una breve scheda. Contemporaneamente, come Centro Nuovo Modello di Sviluppo, abbiamo lanciato la campagna “Debito pubblico decido anch’io” che si pone giustappunto l’obiettivo di promuovere in ogni dove la crescita della consapevolezza e aiutare le persone a dire la propria su un tema a così alto impatto sociale. Una campagna concepita non in alternativa, ma integrativa a quelle in atto. Addirittura una pre-campagna per rafforzare quelle già avviate sull’audit, su una nuova finanza pubblica, sulla socializzazione della Cassa depositi e prestiti.
Da un punto di vista strategico, la campagna si basa sulla militanza. L’idea è quella di stimolare la nascita di nodi locali che dopo una prima fase di autoformazione, si trasformino in lievito cittadino per portare il tema del debito pubblico all’attenzione della cittadinanza e stimolare la discussione sulle possibili vie d’uscita. In conclusione vedo la diffusione della consapevolezza non solo come una precondizione per ottenere l’attecchimento di qualsiasi altra campagna, ma come un piano di impegno che molti possono avvertire come possibile e che può mettere in moto quel processo di aggregazione che con altre proposte non siamo riusciti a stimolare.
Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione su questa iniziativa e nel caso la condivideste vi invito ad aderire secondo le modalità descritte sul nostro sito www.cnms.it.
Cordiali saluti
Francesco Gesualdi
22 Novembre 2024