Non hanno piani adeguati per rispondere ad eventi naturali di grande portata, come quelli che hanno provocato il disastro di Fukushima. L’Autorità per la sicurezza nucleare invoca 200 azioni correttive. Il dibattito sulla sicurezza dell’atomo si riaccende
Il problema, dopo Fukushima, è sempre lo stesso: la resistenza delle centrali nucleari ai terremoti e alle inondazioni. E in Francia, 8 delle 19 centrali in attività, sarebbero da questo punto di vista a rischio. A dirlo è la Asn, l’Authority per la sicurezza nucleare, che ha messo in evidenza la mancanza di adeguati piani d’azione post-sismici in seguito a scosse gravi.
Fra gli aspetti insoddisfacenti delle otto centrali nucleari di Golfech, Civaux, Cattenom, Flamanville, Penly, Gravelines, Saint-Alban e Le Blayais, infatti, ci sono soprattutto quelli riguardanti la reazione ad alcune catastrofi naturali ipotetiche, all’interruzione dell’alimentazione elettrica con conseguente blocco delle fonti di raffreddamento e la gestione di alcune situazioni di emergenza.
In tutto sarebbero oltre 200 le “azioni correttive” invocate dagli ispettori nelle centrali. Per il direttore della sicurezza dei reattori (in Francia sono 58 quelli in attività), Martial Jorel, “i rischi sismici non sono stati percepiti nel loro giusto valore in Francia, un paese in cui i movimenti tellurici sono poco frequenti”. Ma dopo l’incredibile sequenza di catastrofi dell’11 marzo scorso in Giappone, con il terremoto e lo tsunami gigante, le esigenze sono cambiate.
E l’allarme di una settimana fa nella centrale per il trattamento delle scorie di Marcoule, nel sud, dove c’è stata soltanto l’esplosione di una fornace, ha fatto tornare prepotentemente d’attualità nel paese il dibattito sulla sicurezza degli impianti.
Rassegna.it
22 Novembre 2024