Al Circolo “Il Lampadiere” via del Fosso 120, Lucca VENERDI’ 12 GIUGNO ore 21,15
Gli sconfitti di ieri saranno gli artefici della storia di domani?
MAMA QUCA TITICACA
Messaggio al mondo dal IV vertice dei popoli originari di Abya Yala
“La madre natura non ci appartiene. Noi apparteniamo ad essa”
Incontro con Aldo Zanchetta, che nei giorni scorsi ha partecipato al IV vertice dei popoli indigeni in Perù.
La “IV CUMBRE DEI POPOLI INDIGENI DI ABYA YALA”, CHE ERA STATA PRECEDUTA DALLA I CUMBRE DELLE DONNE INDIGENE E DALLA SECONDA DEI BAMBINI E DEI GIOVANI INDIGENI, SI E’ CHIUSA DUE ORE FA (le 13 ora locale, le 20 in Italia) NEL PALAZZETTO DELLA UNIVERSIDAD DEL ALTIPLANO DI PUNO, DI FRONTE AL LAGO TITICACA, A 3950 MT DI ALTEZZA, PRESENTI 6.500 DELEGATI E CIRCA 500 OSSERVATORI.
Il discorso di chiusura, vibrante e a tratti per me anche emozionante, e’ stato pronunciato da Humberto Cholango, il giovane presidente della Ecuarunari, il coordinamento dei popoli andini ecuadoriani, uno dei leaders piu’ stimati e preparati del vasto mondo dei popoli indigeni amerindi. Un discorso che ha condensato i punti forti emersi nei numerosi e partecipati tavoli di lavoro di questi 3 giorni e fortemente marcato da una cosmovisione assai distante da quella occidentale e ricca di valori morali riaffermati con forza di fronte al fallimento morale dell’occidente e dei suoi pretesi valori universali.
L’essere umano, ha ricordato Humberto riprendendo un discorso emerso piu’ volte in questi giorni, non ha alcun diritto sulla natura perche’ ne e’ parte integrante e non signore. Tutto cio’ che esiste in natura ha valore sacro, spirituale, e quindi non puo’ essere oggetto di mercimonio da parte di uno dei suoi esseri.
Assoluta e senza compromessi percio’ l’opposizione al capitalismo, sistema che vede nei beni comuni risorse da sfruttare per l’accumulazione e il mercato, sistema contro cui si deve lottare costruendo alleanze per una sua completa sconfitta.
Allo sviluppo capitalista il mondo amerindio oggi oppone il “buen vivir”, obbiettivo perseguito non solo per la vita dei popoli indigeni ma dell’umanita’ tutta, in un momento storico che vede la natura sull’orlo del collasso. I popoli indigeni si ergono a sua difesa e convocano tutti i popoli del mondo a unirsi in una giornata mondiale di omaggio alla “pachamama”, la madre terra, il 12 di ottobre prossimo.
Questa una prima sintesi di un discorso ampio e articolato dedicato alla vita e non alla morte dselle guerre, delle distruzioni ambientali, dellaperdita dei valori etici.
Prima di Cholango, Blanca Changoso della Conaie ecuadoriana aveva esposto il contenuto del lungo documento approvato al termine della Cumbre delle donne e dall’abnuncio fatto da Miguel Palacin, il leader del Coordinamento dei popoli indigeni andini (Caoi), organizzazione responsabile della logistica del vertice, della creazione di un Parlamento indigeno a rappresentanza continentale e la decisione di proclamare mercoledi’ uno sciopero nazionale in sostegno della lotta degli indigeni amazzonici peruviani al 48 giorno di lotta contro la consegna di fatto del territorio alle multinazionali in base al recente trattato di libero commercio con gli Stati uniti.A gran voce l’assemblea ha chiesto e ottenuto la trasformazioone dellpo sciopero in un sollevamento vero e proprio con forme termini da precisare in breve tempo nonche’ l’appoggio di tutti io popoli indigeni del continente. Infine iol soostegno pieno dei popoli indigeni alla creazioone di un Tribunale internazionale contro i crimini ambientali. Il movimento indigeno dimostra cosi’ ad ogni cumbre di avanzare con passo fermo verso il consolidamento organizzativo e la definizione dei propri obbiettivi condivisi.
La lunga mattinata era iniziata alle 9 con la lettura e l’approvazione non formale (alcuni punti sono stati modificati o integrati) dei documenti presentati dai 15 tavoli di lavoro che hanno spaziato dalla difesa del territorio a quella della biodiversita’, dalla sovranita’ alimentare all’emigrazione e alla criminalizzazione delle lotte sociali e alla militarizzazione dei territori ove i popoli indigeni vivono e sempre piu’ aperti dai trattati di libero commercio al saccheggio da parte delle societa’ multinazionali minerarie, energetiche, alimentari, della cellulosa e del legno pregiato. In realta’ il lavoro di approvazione dei documenti era iniziato gia’ ieri alle 18 e fino a tarda ora, data la mole di lavoro da compiere.
Il lavoro di analisi dei documenti e degli obbiettivi del vertice dei popoli originari verra’ ripreso nei prossimi giorni.
Una nota amara: la quasi totale assenza di osservatori delle organizzazioni e dei movimenti sociali occidentali. Credo che fallirebbe il tentativo di censire 50 persone presenti a livello europeo e 10 a livello italiano, molte delle quali fra l’altro presenti a titolo personale (per l’Italia solo la piccola delegazione della Fondazione Neno Zanchetta e due persone in rappresentanza di A Sud rappresentavano una organizzazione). Questo stride con la abituale presenza di decine di migliaia di delegati ai Forum Sociali Mondiali, dove ormai sembra avvitarsi nelle sole analisi la ricerca del “mondo diverso possibile”. In fondo nei vertici indigeni e’ presente un mondo diverso reale e non da inventare, mondo che emerge da secoli di genocidio e di oppressione e che sta assumendo su di se non solo obbiettivi propri ma anche pesanti responsabilita’ collettive per la salvezza del pianeta e per porre un argine alla perversione neoliberista. Che abbiano ragione quelli chem conversando a livello personale, ci hanno detto che ormai considerano l’Europa in un cul de sac ?
A.Z. , Puno – 31.5.09
23 Dicembre 2024