I temi ambientali sono stati esclusi dai programmi elettorali di Bersani, Monti e Berlusconi. A sostenerlo è Greenpeace, lamentando l’assenza di risposte alla petizione sottoscritta da 45.000 italiani sul sito www.iononvivoto.org. I firmatari dell’appello si sono impegnati a non votare per chi non promette di contrastare l’uso di carbone e petrolio a favore delle rinnovabili.
Un monito, denuncia l’associazione, rimasto finora senza risposta, così come il questionario sul futuro energetico dell’Italia che Greenpeace ha inviato ai candidati alle elezioni 2013. Il silenzio di Bersani, Monti e Berlusconi, secondo gli ambientalisti, risulta più eloquente di molte parole, e denota la mancanza di un reale interesse verso i temi della salute pubblica e della tutela dell’ambiente.
Commenta Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace:
La distanza dei partiti e dei loro leader dai cittadini si misura anche da atteggiamenti come questo. I candidati non rispondono a noi come alle migliaia di cittadini che li interpellano. Eppure si tratta di domande su argomenti importanti: vogliono eliminare progressivamente l’utilizzo del carbone, fermare l’estrazione petrolifera a mare, promuovere seriamente le fonti rinnovabili, o no?
Sono tre, in particolare, i temi sui quali Greenpeace chiede che i candidati si pronuncino al più presto: i pericoli legati alle trivellazioni petrolifere nel Mediterraneo; le emissioni delle centrali a carbone italiane, che ogni anno ammazzano 570 persone; le misure a sostegno delle fonti rinnovabili, che solo nel 2010 hanno permesso all’Italia di risparmiare circa 10 miliardi sulle importazioni di fonti fossili.
Conclude Boraschi:
Siamo in un momento in cui sono necessarie scelte coraggiose e innovative: questi politici che non si degnano nemmeno di rispondere ai cittadini sono invece vecchi, “fossili” come le fonti energetiche che difendono e promuovono.
22 Novembre 2024