“Banca Popolare Etica, il primo istituto di credito italiano interamente dedicato alla Finanza Etica – ha chiuso il 2011 registrando – per il terzo anno consecutivo – una crescita a due cifre nei volumi. La raccolta di risparmio ha raggiunto quota 717 milioni €, pari all’11,7% in più rispetto al 2010, mentre i crediti erogati sono pari a 540,8 milioni (+ 23,9% sul 2010). Cresce anche il capitale sociale della Banca che registra nel 2011 un aumento del 14%”.
La Finanza Etica conferma ancora una volta la sua capacità di tenuta e il suo ruolo anticiclico in questa gravissima crisi economica.
«Sono risultati che ci rendono orgogliosi – dice il direttore generale di Banca Etica, Mario Crosta – perché in questa fase di credit crunch e di sofferenza per l’economia reale, stiamo riuscendo a far crescere il nostro sostegno alle imprese sociali, grazie anche al numero sempre più consistente di risparmiatori che scelgono Banca Etica. Nel 2011 Banca Etica ha finanziato iniziative straordinarie che coniugano efficienza e solidarietà e inclusione sociale. Tra tutte mi piace ricordare i primi esperimenti in Italia di Workers Buyout: i dipendenti di aziende fallite salvano i loro posti di lavoro costituendosi in cooperativa e rilevando la ditta grazie all’investimento degli ammortizzatori sociali e al nostro finanziamento. Con questi numeri possiamo progettare un’ulteriore crescita di Banca Etica sui territori e lo sviluppo di nuovi servizi e nuove convenzioni in particolare con le imprese della cooperazione sociale che proprio nel 2012 celebrano l’anno internazionale».
«C’è un’economia sana, che tutela l’ambiente, produce energia da fonti rinnovabili, rispetta i diritti umani, aggrega le persone per la difesa dei beni comuni e la promozione di sviluppo umano che ha bisogno di credito – aggiunge il presidente di Banca Etica, Ugo Biggeri -. Banca Etica permette ai cittadini e imprese di finalizzare il proprio risparmio a sostegno di queste iniziative. E’ ora che anche il legislatore incoraggi la validità di queste scelte. Attualmente, invece, la Finanza Etica, pur non essendo in alcun modo complice delle bolle finanziarie che hanno innescato la crisi, si trova a pagarne le conseguenze, sia in termini di inasprimento delle normative che impongono una capitalizzazione sempre più consistente e difficile da raggiungere per gli istituti medio-piccoli e non speculativi, sia in termini di peggioramento indiscriminato delle imposizioni fiscali anche a carico dei piccoli risparmiatori che scelgono la finanza etica e che andrebbero invece agevolati. Chi affida i suoi risparmi a Banca Etica vuole essere protagonista delle proprie scelte finanziarie, non abbocca agli specchietti per le allodole degli istituti che, a caccia di liquidità, promettono alti rendimenti derivanti da attività speculative a scapito del sostegno all’economia reale, ma per esempio sceglie certificati di deposito o carte di credito dedicate a specifiche realtà del proprio territorio o di livello nazionale impegnate per il bene comune. Non solo i Governi devono fare la propria parte, ma anche i risparmiatori devono diventare consapevoli che con le loro scelte di risparmio decidono quale tipo di economia sostenere. Oggi chi non vuole alimentare il circo della speculazione può dire “non con i miei soldi” ».
22 Novembre 2024