Cinquecentomila nuovi posti di lavoro entro il 2020.
È la promessa occupazionale, estesa a tutto il sistema industriale, che deriverebbe dal miglioramento dell’efficienza energetica delle aziende. Secondo la Fire, federazione per l’uso razionale dell’energia, il 70% delle aziende che intraprendono un percorso di efficienza ottengono mediamente risparmi in bolletta del 15-30% in 5-10 anni. Un risultato, però, che si raggiunge solo introducendo nel mercato del lavoro nuovi professionisti della cosiddetta white-green economy. Figure il cui identikit è stato delineato dallo Smart energy expo di Verona, che ha individuato due categorie critiche.
La prima raggruppa gli «operational», che hanno una preparazione scolastica intermedia, di perito o affine, con età
inferiore a 30 anni e che, per esempio nell’edilizia, saranno inseriti come posatori, montatori ed elettricisti, tutti con
competenze specifiche sui nuovi impianti, materialie tecniche costruttive. Forte anche la domanda nel settore met
almeccanico per realizzare e installare impianti per l’efficientamento energetico. La richiesta di queste figure supera ne
ttamente l’offerta e molte aziende restano scoperte.«Molto alta è anche la domanda di energy manager—
commenta il direttore di Fire Dario Di Santo —, professionisti con formazione tecnico universitaria di alto livell
o, magari con master di specializzazione in materie energetico-ambientali. Se però si tratta di inserimenti in grandi imprese, non è indispensabile che l’energy manager sia un tecnico. Deve essere un dirigente supportato da bravi specialisti in grado di influire sulle politiche energetiche aziendali».
Oltre che verso i professionisti esperti, il bisogno dei prossimi anni si rivolgerà anche ai giovani laureati (soprattutto
in ingegneria energetica). La richiesta di professionisti della white-green economy si concentrerà soprattutto al No
rd, prevalentemente nelle grandi aziende di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Corriere
21 Novembre 2024