dal Blog di Eugenio Baronti
La casa rappresenta un diritto sociale primario, lo spazio fisico e simbolico che definisce l’identità’ umana e sancisce l’appartenenza ad una comunità. E’ luogo vitale di sicurezza, stabilità ed intimità in cui evolvono le relazioni fondamentali e si sviluppano i progetti di vita, è contenitore di affetti, valori e memoria. In questo senso “abitare” è prerequisito di ogni altro diritto di cittadinanza è il fondamento sul quale edificare una politica di integrazione e coesione sociale.
La grave crisi finanziaria ed economica globale avrà sicuramente tra i suoi effetti quello di aggravare ulteriormente l’emergenza abitativa facendo aumentare in maniera consistente la domanda di alloggi in locazione a canone sociale e sostenibile già cresciuta fortemente in questi ultimi anni a causa dei processi di precarizzazione del lavoro, di aumento del costo della vita, di perdita di potere di acquisto di stipendi, salari e pensioni, di aumento dei flussi migratori sia interni Sud /Nord, sia comunitari che extracomunitari.
L’attuale sistema di gestione dell’edilizia residenziale sociale, non è nelle condizioni di dare una risposta adeguata ed efficace a questo crescente disagio abitativo che sta assumendo dimensioni preoccupanti. Il sistema è inefficiente, inefficace, non è nella condizione nemmeno di spendere, in tempi ragionevoli, consistenti risorse finanziarie disponibili accumulate negli anni che se spese potrebbero alleviare e risolvere le condizioni di vita drammatiche di migliaia di famiglie che sopravvivono in condizioni di forte disagio. I tempi di risposta del sistema sono esageratamente lunghi e non più tollerabili.
Non c’è un capro espiatorio da individuare e sul quale scaricare le responsabilità di questo stato di cose, c’è un insieme di responsabilità diffuse tra i diversi soggetti coinvolti ai vari livelli, ci sono strumenti, procedimenti, pratiche e comportamenti da cambiare per recuperare efficacia al sistema. C’è la necessità, da parte della politica, di una maggiore consapevolezza delle dimensioni e della gravità della situazione, c’è bisogno di una maggiore senso di responsabilità e di sensibilità sociale. Il disimpegno e la sottovalutazione della politica e degli amministratori pubblici rispetto alle politiche abitative sociali, ha messo moltissimi comuni della nostra Regione nella condizione di non poter utilizzare nemmeno un centesimo delle risorse disponibili in quanto l’edilizia residenziale sociale pubblica non è più stata inserita nella programmazione e negli strumenti urbanistici.
Il collegamento tra urbanistica ed edilizia residenziale sociale è un fattore strategico fondamentale, bisogna recuperare un rapporto organico tra localizzazione delle aree e canalizzazione dei fondi pubblici. Oggi, nei rarissimi casi residuali in cui i comuni redigono il PEEP, questo è destinato esclusivamente all’edilizia convenzionata o agevolata che non riguarda le categorie sociali più disagiate perché è finalizzata alla proprietà della casa con il risparmio privato.
Oggi l’edilizia residenziale sociale pubblica si trova nella condizione di essere cancellata nell’ambito del nuovo Piano Nazionale casa di questo governo e dunque privata di nuovi fondi nazionali ma si trova anche nella situazione di essere stata quasi completamente cancellata dalla programmazione urbanistica dei comuni, privata di aree per poterla materialmente realizzare.
*_Una PDL che nasce da un lungo percorso di confronto politico_*
Questa proposta nasce da un lungo percorso di confronto che ha coinvolto tutti i soggetti interessati portatori di interessi diversi e con diverse impostazioni culturali e politiche sul modo di intendere oggi l’edilizia residenziale sociale (ERS). Sono stati veramente tanti gli incontri e i momenti di confronto a cui ho partecipato. Ho visitato quartieri popolari per accertare il livello di degrado raggiunto da alcuni di questi, ho ascoltato le proteste e le richieste di tanti assegnatari di alloggi popolari, ma anche la rabbia e la disperazione degli esclusi, di coloro che hanno diritto ad una casa popolare che però non c’è e non ci sarà ancora per diversi anni se noi non riusciremo in tempi brevi a modificare strumenti, criteri, metodi e comportamenti del nostro agire.
Il metodo del confronto democratico partecipato da tutti i soggetti sociali ed istituzionali interessati sarà seguito anche per la definizione del regolamento attuativo, per la definizione delle fasce per determinare i canoni e sarà strutturato attraverso l’istituzione di un *Comitato Regionale dell’ERS* (art. 38) rappresentativo di tutti i soggetti istituzionali, i rappresentanti delle associazioni dei soggetti attuatori di ERS e le rappresentanze sindacali e degli inquilini. Il Comitato regionale dovrà formulare proposte per la definizione delle politiche abitative sociali, valutare lo stato di attuazione del Piano regionale e i risultati della sua gestione.
Promuovere politiche abitative per un governo regionale significa muoversi dentro un orizzonte ampio, avere una visone d’ insieme, complessiva, che sappia tenere conto di tutte le problematiche legate al diritto alla casa, guardare a quelli che sono dentro il sistema residenziale sociale senza mai dimenticarsi degli esclusi costretti a rimanere fuori sul mercato dell’affitto che impone canoni del tutto insostenibili e incompatibili con gli attuali livelli di salari, stipendi e pensioni.
*_La situazione Toscana_*
In Toscana ci sono *50.000 famiglie* che vivono in case popolari, la stragrande maggioranza di queste, all’incirca* *il 94%, hanno tutto il diritto di abitarci e purtroppo, a causa dell’inefficienza del sistema di gestione, diverse migliaia di queste sono costrette a vivere in alloggi con scarsa e scarsissima manutenzione, a volte, in situazioni di estremo degrado. C’è invece un 6% circa di alloggi occupati impropriamente da nuclei familiari che hanno una capacità di reddito molto elevata che sono stati evidenziati grazie ad una indagine compiuta su di un campione estremamente significativo e rappresentativo, e su cui sarà necessario intervenire, per senso di giustizia e di equità, nei confronti di quelle migliaia di famiglie in attesa da anni di una casa popolare costrette a vivere in condizioni di estremo disagio. La quasi totale rigidità del sistema e di conseguenza la lunga permanenza delle famiglie assegnatarie, rende frequente la condizione di sottoutilizzo dell’alloggio*. Il 60% degli alloggi sono oggi in condizione di sottoutilizzo*, cioè appartamenti grandi per famiglie piccole, spesso single, di contro al sovraffollamento di famiglie numerose in appartamenti troppo piccoli. Ci sono poi circa *20.000_ _famiglie,* con un reddito medio di 11.000 euro, costrette, in mancanza di alloggi ERP, a stare sul mercato e pagare canoni altissimi e insostenibili che hanno fatto domanda per ottenere un contributo affitto. Solo il 50% di loro attualmente ottiene un contributo spesso modesto.
Infine abbiamo più di *19.000 famiglie* in attesa di assegnazione di una casa popolare che non c’è e che, per molti di loro, non ci sarà per molti anni ancora. Questo è un dato sottostimato ben al di sotto del fabbisogno reale perché tante famiglie che hanno sia i requisiti, sia il diritto ad un alloggio, non partecipano nemmeno ai bandi per le graduatorie per le case popolari tanto è esigua l’offerta rispetto alla domanda e, di fronte ad una lunghissima lista di attesa da anni inevasa, spesso vince la rassegnazione e si preferisce non perdere del tempo inutilmente. Esiste poi una realtà “nascosta”che si tende ad ignorare e a rimuovere ed è quella delle quasi 2000 persone che nella sola area fiorentina vivono occupando strutture fatiscenti in condizione di disagio estremo.
*_Un Piano casa regionale straordinario in accompagnamento della nuova Legge_*
Questa è la fotografia dell’esistente dalla quale emerge: l’indicazione che dobbiamo fare bene e soprattutto presto, l’esigenza di dotarsi di una nuova Legge regionale in tempi brevi e la necessità e l’urgenza di accompagnare questa nuova Legge con un Piano casa regionale straordinario per far fronte all’emergenza abitativa. Investiremo cospicue risorse finanziarie per ristrutturare, recuperare e realizzare qualche migliaio di case in locazione a canone sociale e sostenibile con un Piano coerente con lo spirito, gli indirizzi, le priorità, gli obiettivi di questa proposta di Legge. Dopo l’iter di approvazione della Legge e la sua entrata a regime, seguirà un ulteriore Piano casa finanziato con il Fondo regionale che sarà istituito dall’art. 30 di questa PDL.
*_Un testo unico organico_*La nuova proposta di Legge è un testo unico che disciplina in maniera organica e sistematica l’intera materia dell’edilizia residenziale sociale assicurando la massima articolazione delle offerte abitative e delle diverse misure di sostegno alle diverse categorie sociali; individua i compiti, le funzioni, le responsabilità e i doveri dei diversi soggetti istituzionali, degli operatori pubblici e privati e dell’utenza, conferma la scelta operata dal legislatore regionale con la Legge 77 del 1998 che attribuì ai comuni la proprietà degli alloggi e le funzioni amministrative in materia di edilizia residenziale pubblica, *riservando alla Regione le funzioni di programmazione, indirizzo verifica e controllo.* Con questa Legge si porta a compimento e si razionalizza la riforma dell’ordinamento delle competenze (L.R.77/98) introducendo elementi di notevole rafforzamento della centralità dei comuni associati, definendo modalità e strumenti idonei a garantire una più nitida separazione tra funzioni di programmazione della Regione e dei comuni associati e funzioni realizzative e gestionali del livello associativo di Area Vasta, evitando le sovrapposizioni di ruoli e competenze istituzionali dentro un processo di formazione delle decisioni e di attuazione del programma più snello e semplificato*, *che assicura nel contempo un legame più forte con i territori.*_ _*
*_Una Legge fortemente innovativa che concorre allo sviluppo sostenibile dei nostri territori_*
La finalità della Legge è quella di assicurare il diritto ad un alloggio adeguato ad ogni cittadino che vive, studia o lavora in Toscana, *concorrere con le politiche abitative pubbliche allo sviluppo sostenibile dei diversi territori della Toscana in via prioritaria attraverso la riqualificazione e il recupero del patrimonio edilizio esistente*, delle aree urbane dismesse o degradate recuperando la funzione residenziale dei nostri centri storici e la conservazione della loro identità per rivitalizzarli e invertire la tendenza all’ espulsione dei residenti nelle periferie urbane che hanno trasformato, soprattutto le città d’arte, in città vetrina e museo e le nostre periferie in dormitori.* *La Legge promuove e favorisce l’utilizzo di tecniche costruttive ecologiche innovative e sperimentali volte a perseguire obiettivi di ecoefficienza energetica e il ricorso generalizzato alle energie rinnovabili.
La legge introduce e promuove in toscana esperienze pilota o sperimentali di *autocostruzione e autorecupero *degli alloggi come progetto sociale di coesione e integrazione ma anche come progetto formativo e opportunità per farsi una casa a prezzi molto inferiore a quelli di mercato; promuove progetti intercomunali di Zona *di acquisto e recupero e* *autorecupero nelle frazioni periferiche collinari e montane *per riqualificare i nostri meravigliosi borghi medievali che rappresentano un patrimonio culturale e storico di immenso e straordinario valore. Serve a recuperare, anche attraverso progetti integrati casa, formazione, lavoro, la funzione residenziale per ripristinare il presidio umano ed attività in montagna finalizzato alla manutenzione e alla conservazione dei paesaggi tradizionali, per contrastare l’abbandono con le inevitabili negative conseguenze ambientali e idrogeologiche.
La nuova Legge rafforza e cerca di rendere pratica diffusa, l’autogestione da parte dei cittadini utenti degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, prevede la realizzazione di *progetti pilota sperimentali di condomini solidali e di cohusing* per costruire nella società toscana una nuova cultura dell’abitare capace di progettare condomini con luoghi e spazi comuni, per sconfiggere la solitudine divenuta una condizione esistenziale diffusa e generalizzata soprattutto per gli anziani soli. Soluzioni condominiali per favorire le relazioni umane, la mutualità, lo scambio solidale e gratuito di tempo, servizi tra gli abitanti di uno stesso condominio. Una sfida moderna e necessaria che può, non solo migliorare la qualità della vita delle persone, ma produrre risparmi consistenti nell’opera di sostegno e di assistenza sociale alle famiglie bisognose e agli anziani.
*_Incremento e riqualificazione dell’Edilizia Residenziale Sociale pubblica_*
La PdL si pone l’obiettivo di* *rivalutare e riqualificare il sistema di ERS pubblica prioritariamente attraverso un necessario ed urgente incremento e sviluppo di nuovi alloggi, oggi del tutto insufficienti a far fronte ai fabbisogni crescenti, ma anche, attraverso un’azione tesa al recupero di efficienza e maggior razionalizzazione nella gestione senza tralasciare una necessaria azione di monitoraggio per individuare tutte le anomalie, le storture, per garantire al nuovo sistema maggiore equità e giustizia, per eliminare eventuali abusi strutturando un sistema rigoroso di controllo e verifica oggi del tutto insufficiente ed inadeguato.
Il DM. 22/4/2008 dice: “…l’ammontare dei canoni di affitto deve comunque coprire i costi fiscali, di gestione e di manutenzione ordinaria” cioè il servizio di gestione complessivo degli alloggi ERP deve essere coperto dai canoni, vale per la casa quello che vale per il servizio di gestione dei rifiuti, per il servizio idrico ecc. e cioè, il sistema si deve autofinanziare per cui, i proventi dei canoni di locazione devono servire per mantenere in efficienza il patrimonio ERS pubblica e coprire tutte le spese fiscali, di gestione e di amministrazione. Se noi non recuperiamo efficienza al sistema e, attraverso una azione di maggiore equità, recuperiamo anche nuove risorse finanziarie, il patrimonio di ERS pubblica è destinato ad un inevitabile e progressivo declino e degrado. E’ necessario riprendere a fare manutenzione e rimuovere tutte quelle situazioni di forte degrado che esistono in diversi quartieri di diverse città toscane. Bisogna cominciare a chiedersi se il canone oggi pagato in un alloggio ERP è sempre e comunque in ogni situazione giusto ed equo, calibrato sulle reali capacità di reddito della famiglia. La dove risponde a requisiti di equità non ci sarà nessun aumento, ma tutti noi sappiamo che in assenza di un sistema di controllo rigoroso non è sempre così, ci sono disparità di trattamento che sono il frutto di un lassismo che ha fatto si che nel corso degli anni si consolidassero delle situazioni di iniquità che devono essere rimosse.
Con la nuova Legge abbiamo inserito degli standard di qualità obbligatori che per esempio impongano *non meno del 50% dei proventi dei canoni destinato alla manutenzione*, una vera e propria rivoluzione che andrebbe a migliorare la qualità della vita di chi vive dentro gli alloggi di ERS pubblica che raddoppierebbe di colpo le risorse finanziarie disponibili perché oggi si spende in manutenzione, da un minimo del 15% ad un massimo del 25/30% dei proventi dei canoni. E’ chiaro che per raggiungere questi standard di qualità è necessario che ci sia un recupero di efficienza e di qualità gestionale.
*_Un sistema unitario per l’Edilizia residenziale Sociale_*
La PDL propone *un nuovo sistema unitario di Edilizia residenziale sociale* (ERS) che si può rappresentare, per semplicità di esposizione, come un grande contenitore dentro al quale ci stanno tutte le diverse tipologie di intervento per una offerta articolata di servizi abitativi e di prestazioni sociali, con livelli gradualmente decrescenti di protezione pubblica che sarà la *massima protezione per le fasce sociali più disagiate* e, proporzionalmente decrescente in livelli di protezione, con l’aumentare delle disponibilità economiche della famiglia attraverso un percorso unitario e progressivo che si può percorrere sia in avanti sia all’indietro, in relazione al mutare delle condizioni economiche del nucleo familiare.
L’offerta dei servizi abitativi si articola nei seguenti interventi di sostegno: servizio abitativo pubblico in locazione permanente a canone sociale: ERS pubblica (exERP); servizio abitativo in locazione permanente a canone sostenibile; servizio abitativo in locazione temporanea a canone convenzionato finalizzato alla proprietà della casa; interventi di agevolazioni pubbliche di varia natura ed entità per l’acquisto della prima casa; Interventi ed agevolazioni pubbliche per favorire la realizzazione di progetti di autocostruzione e autorecupero per la prima casa; interventi di sostegno per la realizzazione di progetti innovativi a carattere sperimentale: (condomini solidali e cohousing); interventi di sostegno e agevolazioni pubbliche per l’accesso alla locazione di alloggi: contributo affitto L. 431.
*_Le competenze della Regione_*
Alla Regione spetta il compito di definire gli obiettivi, il quadro strategico di riferimento per lo sviluppo e la qualificazione del sistema dell’ERS e i criteri per l’integrazione delle diverse tipologie di servizi abitativi. La Regione predispone e approva il programma regionale dell’ERS (art:24) svolge un’azione di valutazione e monitoraggio e riferisce al consiglio regionale con una relazione annuale sullo stato di attuazione del Piano regionale e a garanzia della massima trasparenza e informazione invia la relazione a tutti i Sindaci i Consigli comunali e la rende accessibile a tutti anche attraverso la rete. La Regione definisce i criteri e le modalità per rilevare i fabbisogni, predispone i Piani di intervento straordinari; disciplina il fondo regionale e la relativa gestione (art:30); approva le proposte di interventi presentate dalle ZONE; assegna e revoca i contributi; verifica e controlla lo stato di attuazione degli interventi previsti nel piano regionale e gli interventi di manutenzione e gestione degli immobili ERS; approva schema di contratto di locazione tipo e del regolamento dell’area Vasta in uno spirito di collaborazione istituzionale e per assicurare uniformità del servizio, vigila sul corretto esercizio delle funzioni da parte dell’associazioni dei comuni di area vasta; acquisisce, analizza, elabora e diffonde i dati relativi alla condizione abitativa complessiva della Regione.
*_Il sistema informativo regionale dell’ERS_*
La Regione istituisce e costituisce le basi informative del sistema attraverso la realizzazione di un *sistema informativo dell’ERS *(art. 36) per supportare e definire gli obiettivi delle scelte di programmazione regionale e per valutare l’efficienza e l’efficacia degli interventi; costituisce l’anagrafe dei beneficiari degli alloggi e di tutte le diverse tipologie di contributi e sussidi pubblici, lo stato di manutenzione e di efficienza del patrimonio ERS, l’utilizzo del patrimonio di proprietà pubblica o realizzato con contributi pubblici, aggiorna il valore degli alloggi, dei canoni di locazione, la valutazione comparata dei fabbisogni manutentivi.
Con la Legge avremo un sistema informativo ERS interconnesso con il sistema informativo del lavoro, con il registro delle imprese, con il sistema informativo territoriale, con il sistema informativo socio-sanitario. La finalità di questa interconnessione complessiva ci permetterà finalmente una gestione razionale per l’erogazione dei diversi benefici, per la verifica del mantenimento degli stessi, per garantire maggiore equità e per prevedere e prevenire situazione di disagio.
*_I nuovi ambiti territoriali per la gestione associata delle funzioni_**_ _*
C’è bisogno di sanare con urgenza alcuni livelli di diseconomicità e, in qualche caso, di difformità rispetto ai principi di unitarietà gestionale della L.R. 77/98 insiti nelle modalità secondo le quali ciascuno degli 11 attuali LODE ha autonomamente inteso attuare la Legge 77/88, caso emblematico il contratto di servizio adottato dalla LODE Fiorentina. Questa proposta di Legge razionalizza ed ottimizza la gestione del sistema attraverso una semplificazione e riduzione del numero dei gestori. Oggi abbiamo 11 gestori a livello regionale, con 11 contratti di servizio diversi, con 11 contabilità e rendicontazioni diverse, con l’impossibilità di fare le necessarie ed essenziali comparazioni per individuare situazioni di gestioni critiche o virtuose. La proposta prevede una riduzione a 3 gestori organizzati nelle tre aree vaste, ambito territoriale amministrativo, autorizzativo e gestionale già riconosciuti come dimensione su cui si amministrano già diversi servizi.
Questa proposta di Legge responsabilizza maggiormente i comuni i quali si costituiscono per l’esercizio associato delle funzioni in due livelli associativi,* *uno di* Zona, *corrispondente agli attuali distretti socio sanitari con la possibilità di utilizzare anche le forme associative già esistenti: Comunità montane, Unioni dei comuni, se coincidono con quelli della Zona, e uno di *Area Vasta* corrispondenti alle tre aree in cui è suddivisa la Regione Toscana: Toscana Centro, Toscana Costa e Toscana Sud. I comuni provvedono all’esercizio delle funzioni associate in una delle forme previste dagli art. 30 e 31 del d.lgs 267/2000.
*Alla forma associata di Zona compete:* la programmazione degli interventi delle politiche abitative, il rilevamento dei fabbisogni abitativi, la promozione di politiche abitative unitarie intercomunali, l’individuazione degli obiettivi, la presentazione delle proposte per il conseguimento dei contributi regionali, la formazione, l’approvazione e la gestione delle graduatorie per l’assegnazione dell’ERS pubblica, la regolamentazione della mobilità e l’approvano delle proposte di alienazione. La forma associata di Zona rappresenta, inoltre uno strumento per riequilibrare il peso politico decisionale tra i grandi e i piccoli comuni delle aree periferiche e montane oggi sacrificati e sminuiti all’interno delle LODE a dimensione provinciale.
*La forma associata di Area Vasta* ha sede nel comune capoluogo con il maggior numero di abitanti e svolge le sue funzioni autorizzative, amministrative e gestionali attraverso un’articolazione territoriale in presidi operativi per garantire maggiore prossimità ai cittadini (art.15). L’ambito territoriale dei presidi operativi è quello delle province e del circondario di Empoli. La forma associativa di Area Vasta (art. 13) svolge una funzione di assistenza tecnica alle ZONE per la definizione delle proposte di intervento, attua gli interventi di nuova costruzione, recupero, manutenzione e gestione tecnico amministrativa del patrimonio ERS di proprietà dei comuni, rilascia le autorizzazioni alla locazione, annulla e revoca le assegnazioni degli alloggi, stipula il contratto di locazione, verifica requisiti per l’accesso e per la permanenza negli alloggi di ERS pubblica, formula proposte per la mobilità per sottoutilizzazione e sovraffollamento, predispone i Piani operativi per il mantenimento in sicurezza il patrimonio di ERS pubblica, compie tutti gli accertamenti necessari per il conseguimento dei contributi regionali, l’accertamento dei requisiti dei soggetti attuatori.
*_Il nuovo sistema di calcolo dei canoni_*
Il sistema di ERS pubblica offre la massima protezione sociale alle fasce più deboli con la possibilità, in situazioni di forte disagio accertato, della sospensione, non solo del canone, ma anche delle spese condominiali (art. 47). In questi casi comunque un canone minimo sarà sempre garantito al gestore attingendo per il 50% dal fondo di solidarietà e il 50% dall’ufficio sociale del Comune di residenza che dovrà attivare un intervento sociale di sostegno per il nucleo familiare. La PDL pone con forza la necessità di una integrazione delle politiche della casa con quelle del sociale con progetti integrati di presa in carico del nucleo familiare in difficoltà verso percorsi di integrazione e di autonomia.
La Legge stabilisce le finalità, gli indirizzi e i principi generali, spetta poi al regolamento regionale di attuazione (art. 38 comma J ) che ha valore normativo, dettagliare, specificare e stabilire le modalità per rendere applicabile la legge in tutte le sue parti.
I valori dell’indicatori della situazione economica equivalente per l’identificazione delle diverse fasce che servono per determinare il canone saranno stabilite dal regolamento regionale di attuazione.
Contestualmente all’avvio dell’iter istituzionale di approvazione della Legge verrà istituito *un tavolo di concertazione regionale* con le forze sindacali e i rappresentanti degli inquilini sul regolamento regionale attuativo per identificare e quantificare le diverse fasce per la determinazione del canone e stabilire gli eventuali correttivi da introdurre.
Nell’art. 45 si stabiliscono le fasce obbligatorie per tutto il sistema regionale determinate in relazione alla situazione economica del nucleo familiare valutata attraverso l’indicatore ISEE.
La prima fascia è quella della massima protezione costituita da nuclei familiari con un reddito minore o uguale ad una pensione minima INPS che pagheranno un canone minimo che verrà stabilito dal regolamento e ai quali potrà anche essere sospeso il canone e i costi dei servizi. La fascia della protezione per nuclei familiari in condizioni economiche e sociali svantaggiate in relazione alle quali il canone è graduabile tra quello che sarà il canone minimo fino ad un canone massimo che non potrà essere superiore al 10% del reddito ISE; la fascia dell’accesso con un canone graduabile proporzionato al reddito ISE che non potrà essere superiore al 15% del reddito ISE e infine la permanenza il cui canone sarà graduabile e progressivo fino al tetto massimo del 25% reddito ISE.
Non c’è più la fascia della decadenza, con la fascia della permanenza si potrà anche rimanere nell’alloggio pagando un canone sostenibile proporzionato al reddito rompendo in questo modo la rigidità e separatezza del sistema. In pratica il passaggio da casa a casa previsto attualmente solo sulla carta ma reso impossibile da una rigidità quasi assoluta, in questo modo si trasforma in un passaggio da canone sociale a canone sostenibile. Nel momento in cui cambia la situazione familiare, perché magari un figlio si sposa o perde il lavoro, o si resta soli, il canone viene ricalcolato e si ritorna nella fascia sociale corrispondente. Ovviamente, la forma associativa di Area Vasta, di fronte al venir meno dei requisiti per la permanenza in alloggio ERS pubblica, è tenuta alla revoca dell’alloggio e alla sua immediata assegnazione ad un nuovo nucleo familiare.
Questo sistema unitario deve integrarsi anche con le altre diverse offerte di ERS per evitare la concentrazione di tutte le situazioni di disagio sociale e garantire un mix sociale e non la creazione di ghetti che renderebbe problematico, se non impossibile, qualsiasi politica di coesione e di integrazione sociale e soprattutto perché, alla luce dell’esperienza di questo ultimo decennio, la separatezza rigida con le altre tipologie di intervento condanna l’edilizia residenziale pubblica negli angoli più degradati delle periferie, nella marginalità e residualità.
L’alienazione degli immobili di ERS pubblica (art. 66; 67; 68) sarà consentita esclusivamente per esigenze di sviluppo, di ottimizzazione e di razionalizzazione del patrimonio e comunque sarà autorizzata solo contestualmente alla presentazione di progetti di reinvestimento dei proventi dall’alienazione in nuovi progetti di incremento del patrimonio abitativo.
*_Un nuovo sistema di assegnazione dei finanziamenti_*
La proposta di Legge cambierà radicalmente il sistema dell’affidamento delle risorse ai Comuni, abbandonerà il sistema dei bandi in cui ogni comune si prende la sua parte anche quando non è nella condizione di poterla spendere. Si accederà ai finanziamenti solo se i Comuni attraverso la forma associativa di Zona presenteranno progetti immediatamente cantierabili e dentro il decreto di assegnazione ci sarà anche quello di revoca dei finanziamenti qualora non saranno rispettati i tempi di inizio lavori e, in caso di revoca, ci sarà l’immediata riassegnazione ad altro progetto in qualsiasi altra parte della Toscana. Verrà profondamente cambiato anche il sistema di riconoscimento dei costi di costruzione, non più gli attuali massimali di costo ma un sistema premiante che riconosca le diverse specificità locali, le diverse tipologie abitative e promuova la qualità della costruzione e l’ecoefficenza energetica dell’alloggio. I nuovi alloggi saranno recuperati o realizzati con i criteri di qualità termica, acustica, energetica per migliorare la qualità dell’abitare in alloggi sociali.
Saranno scoraggiati interventi esclusivi di sola sovvenzionata quasi sempre destinata nelle periferie più marginali e degradate, gli interventi dovranno essere integrati per garantire una offerta articolata ad una domanda altrettanto articolata con la priorità degli alloggi sociali popolari ma questi dovranno essere dentro, integrati e della stessa qualità degli altri, Infine, vogliamo restituire al sistema un ragionevole margine di mobilità per poter ottimizzare e razionalizzare l’utilizzo del patrimonio di ERS pubblica.
*_Conclusioni_**_ _*
Con questa PDL la Regione Toscana vuole porre le basi per superare lo stato attuale di emergenza abitativa creando un sistema di prestazioni sociali organico ed efficiente, per aiutare chi si trova in condizioni di disagio sociale ad uscire dallo stato di bisogno e per impedire che cittadini socialmente ed economicamente vulnerabili possano cadere in condizioni di marginalità e di esclusione sociale. La scommessa di questa proposta è quella di realizzare forme incisive di integrazione tra politiche abitative, politiche sociali e politiche di riqualificazione urbana per la prevenzione della povertà e la riabilitazione/inclusione sociale, promuovendo reti relazionali di coesione, integrazione e di sicurezza delle comunità e una nuova cultura dell’abitare..
*Eugenio Baronti **Assessore regionale alla Casa e all’edilizia sostenibile*
21 Novembre 2024