Riportiamo il comunicato stampa del Movimento 5 Stelle emesso a seguito dell’interrogazione parlamentare dei deputati Nuti e Vignaroli del 19 dicembre 2013 e il testo dell’interrogazione. Questa è la seconda interrogazione che ha come tema l’accordo Anci-Conai.
COMUNICATO STAMPA
L’accordo fra Anci e Conai per il prossimo quinquennio verrà rinnovato nei prossimi giorni. Per far sì che la trasparenza sia un capo saldo dell’accordo che mette in ballo cifre a nove zeri il MoVimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione al ministro dell ’Ambiente Andrea Orlando.
“Vogliamo sapere come è possibile che Filippo Bernocchi sia da un lato delegato rifiuti ed energia dell’Anci e dall’altro a libro paga Conai con diversi incarichi e – continua il primo firmatario dell’interrogazione Riccardo Nuti – non ci siano più organi preposti al controllo del sistema CONAI, monopolista del sistema di riciclaggio in Italia”.
“L’accordo ha una serie di punti discutibili: il Contributo Ambientale Conai più basso d’Europa (in barba al principio di “chi inquina paga”), la mancanza di trasparenza nella gestione delle aste dei rifiuti, uno dei motivi per cui piccole e medie imprese italiane del riciclo stanno chiudendo, gli scarsi riconoscimenti del corrispettivo versato ai Comuni che fanno la raccolta differenziata e più in generale una gestione economica da rivedere in cui si disperdono milioni di euro in pubblicità del marchio e nell’incenerimento di materiali in Italia ed Europa” commenta il deputato Stefano Vignaroli.
Roma, 20 dicembre 2013
TA 4/03013 CAMERA – TESTO ATTO
Interrogazione a risposta scritta 4-03013 presentato da NUTI Riccardo testo di Giovedì 19 dicembre 2013, seduta n. 141 NUTI e VIGNAROLI.
— Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. —
Per sapere – premesso che:
il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, recepisce la direttiva europea 94/62/CE che impone ai Paesi dell’Unione europea il raggiungimento di obiettivi prefissati di riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio, inserendo nel nostro ordinamento il principio chiave del «chi inquina paga»,
ponendo dunque in capo ai produttori e agli utilizzatori di imballaggi l’onere del raggiungimento degli obiettivi nazionali; in particolare, si prevedeva la possibilità per produttori ed utilizzatori di organizzare le attività di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio primari direttamente sulle superfici pubbliche, tramite il CONAI che poteva stabilire un accordo di programma quadro nazionale con l’ANCI al fine di garantire l’attuazione del principio di corresponsabilità gestionale tra produttori, utilizzatori e pubblica amministrazione, precisando l’entità dei costi della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio da versare ai comuni.
Si ricorda che, secondo quanto previsto dalla direttiva europea citata, i comuni avrebbero avuto diritto a vedersi rimborsati interamente i costi della raccolta differenziata tramite l’intermediazione dell’ANCI;
il primo accordo tra ANCI e CONAI viene raggiunto nel 1999 e nel 2005 inizia ad occuparsi delle gestione dei rifiuti da imballaggio l’Autorità garante della concorrenza e del mercato che il 22 marzo 2005 ha avviato un’indagine conoscitiva ai sensi dell’articolo 12, comma 2, della legge 10
ottobre 1990, n. 287, conclusasi nell’agosto del 2008 in cui si evidenziavano, in relazione alle attività delle strutture direttive del CONAI, rischi di pregiudizio alla concorrenza derivanti dalla commistione dei ruoli di controllato e controllore esistenti in capo ai soggetti che si trovano a ricoprire incarichi gestionali sia nei consorzi di filiera che nel CONAI, cui come noto spetta la supervisione del sistema consortile generale;
successivamente è la FederAmbiente a denunciare, in data 26 ottobre 2006 in un’indagine conoscitiva promossa dalla VIII Commissione permanente della Camera dei deputati, e in data 20 settembre 2007 durante un’audizione promossa dinnanzi alla Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, i numerosi conflitti d’interesse che gravano sul sistema CONAI, mettendo in evidenza che il risultato di quella situazione erano i modesti trasferimenti finali in favore dei comuni;
nel 2001 Altero Matteoli, Ministro dell’ambiente pro tempore, decide di nominare Filippo Bernocchi, allora capogruppo di Alleanza Nazionale nel consiglio comunale di Prato, quale membro della commissione VIA grandi opere per il periodo 2002-2005, nonostante allora, come dimostra il
suo curriculum vitae presente sul sito del Ministero, non vantasse alcuna significativa esperienza in campo ambientale. Tale nomina è stata più volte confermata fino all’ultimo rinnovo avvenuto nel 2011 con validità fino al 2014. Nel luglio 2009 viene nominato assessore a Prato con delega alle grandi opere producendo, ad avviso degli interroganti, un grosso conflitto di interessi tra il ruolo tecnico che ricopriva presso il Ministero dell’ambiente e la delega alle grandi opere nella giunta del comune di Prato;
nel maggio 2008, viene creata Ancitel Energia & Ambiente srl (società controlla da Ancitel Spa, a sua volta controllata dall’ANCI), e Bernocchi viene nominato presidente, carica che ricopre attualmente. L’anno seguente viene nominato direttore scientifico dell’Osservatorio enti locali sulla
raccolta differenziata, creato in base all’accordo ANCI-CONAI (a cui egli stesso ha partecipato attivamente), finanziato dal CONAI e gestito dalla società di cui era appena diventato presidente, senza per questo ravvisare alcun conflitto di interesse. Infine nel 2011 Bernocchi viene nominato
vicepresidente dell’ANCI, dall’allora presidente Sergio Chiamparino.
Nello stesso periodo Bernocchi, stando alle dichiarazioni dei redditi pubblicate dal sito web istituzionale del comune di Prato, ha visto aumentare sproporzionatamente il proprio reddito, passato da 273 mila euro del 2008 a 375 mila euro del 2011;
l’accordo quadro ANCI CONAI per il periodo 2009-2013 sottoscritto il 23 dicembre 2008 contiene, ad avviso degli interroganti, molti punti negativi, e tra questi uno risulta essere piuttosto ambiguo: il punto 7.2 lettera e) che stabilisce che ai componenti del comitato di coordinamento
ANCI-CONAI spetta la possibilità di proporre al CONAI iniziative di formazione destinate a tecnici ed amministratori della pubblica amministrazione su tematiche relative alla gestione dei rifiuti urbani, con particolare riferimento ai rifiuti di imballaggio e per le quali il CONAI avrebbe messo a destinazione 250.000 euro annui, fino al 2013.
Di tale somma ha beneficiato in particolare la Scuola superiore della pubblica amministrazione locale che nel 2010 decide di assumere Bernocchi come docente annuale, oltre che come relatore (assieme al collega di Partito Nicola Nascosti) del ciclo di incontri sulla gestione degli imballaggi finanziato dal CONAI stesso. Per gli anni 2010 e 2011 Bernocchi è stato inoltre nominato coordinatore scientifico di un corso organizzato dalla Fondazione Promo P.A., anch’esso finanziato dal CONAI;
negli ultimi mesi sono arrivate critiche a Bernocchi non solo limitatamente ai conflitti di interessi sopra esposti. Altre sono arrivate nel mese di agosto del 2013 anche per la sua sistematica assenza al comune di Prato, di cui, come ricordato, è assessore.
Inoltre, Bernocchi è stato criticato per la presunta vicinanza con gli avvocati esterni all’amministrazione, pagati, secondo alcuni troppo lautamente, per difendere il comune di Prato nella controversia legale con la società Estra, relativamente al bando per l’affidamento della distribuzione del gas, di cui lo stesso Bernocchi viene indicato come principale fautore;
molto recentemente, l’assessore con delega alle politiche del territorio e all’ambiente del comune di Ragusa, Claudio Conti, membro della giunta guidata dal sindaco del Movimento 5 Stelle, Federico Piccitto, ha inviato in data 2 settembre 2013 una lettera recante protocollo n. 66788 al
presidente dell’ANCI, Piero Fassino, e al presidente della Commissione ambiente ANCI, Luigi Spagnoli, in cui afferma che oltre a ravvisare criticità insite nel testo dell’accordo, stando all’ultimo Accordo quadro siglato, Ancitel Energia & Ambiente srl, avrebbe ricevuto somme molto elevate
da parte del CONAI per il monitoraggio dell’accordo e dei costi della raccolta differenziata degli imballaggi;
si ricorda, infine, che lo stesso decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, all’articolo 26, ha istituito, con funzioni di vigilanza sulle norme introdotte e sull’attività del sistema CONAI, l’Osservatorio nazionale rifiuti che, dopo aver proposto l’aumento del contributo ambientale CONAI
e, soprattutto, aver deliberato nel 2008 l’avvio del primo sistema autonomo per la gestione dei rifiuti di imballaggio (cosiddetto sistema PARI), ha consegnato nel 2009 all’allora Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare pro tempore, Stefania Prestigiacomo, un rapporto in cui si
evidenziavano forte perplessità sull’accordo ANCI-CONAI.
Come risposta, il Ministro ha prima destituito tutti i vertici dell’Osservatorio e, dopo la nullità dell’atto da parte del TAR del Lazio con sentenza n. 32862 del 18 ottobre 2010, ha deciso, alla scadenza naturale del mandato dei vertici dell’Osservatorio, di non rinnovare l’incarico o di nominare nuovi membri, rendendolo di fatto non più operativo. Ad oggi, non esiste dunque un organismo di vigilanza sulle attività del sistema CONAI –:
se il Ministro, venuto a conoscenza dei fatti esposti in premessa, non intenda adottare tutte le iniziative di propria competenza adatte a rimuovere i casi di conflitto d’interesse per la parti di propria competenza;
se non ritenga di dover procedere alla nomina dei vertici dell’Osservatorio nazionale rifiuti, al fine di rendere nuovamente operativo un ente di vigilanza sull’applicazione delle norme di cui al decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e sull’attività del sistema ANCI-CONAI;
se non ritenga di dover assumere iniziative per modificare il sistema integrato di gestione dei rifiuti basato sul riciclo di imballaggio al fine di ottenere un sistema meno iniquo e più favorevole per i comuni italiani;
se non intenda procedere per rendere più trasparente e sorvegliare maggiormente le trattative attualmente in corso di finalizzazione per il rinnovo dell’accordo Anci-CONAI 2014-2018;
se non ritenga doveroso assumere iniziative per vincolare i soggetti individuati per condurre le trattative all’obbligo di non assumere, direttamente o indirettamente, incarichi o consulenze da parte del CONAI o dei consorzi di filiera per i successivi dieci anni.
NB: Questa è la seconda interrogazione parlamentare correlata ai temi che sono oggetto dell’accordo Anci-Conai. La precedente è stata presentata lo scorso luglio dai deputati Civati e De Menech. Per leggere il testo clicca qui.