Intervista all'Assessore Alessio Ciacci Dal sito www.linkontro.info

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Raccolta differenziata all’82 %, pannolini ecologici, detersivi alla spina: quando le buone pratiche fanno rima con la buona politica. La scelta vincente di Capannori
Intervista ad Alessio Ciacci di Giulia Pandolfi
Ad un anno e mezzo di distanza dall’adesione – primo comune in Italia – alla strategia “Rifiuti zero, è ormai diventato un modello nazionale di adozione di buone pratiche in favore della tutela ambientale. Parliamo di Capannori, in provincia di Lucca, uno dei centri rurali più grandi d’Italia, con i suoi 156 Kmq di estensione e 45000 abitanti. L’amministrazione comunale di centrosinistra, in collaborazione con l’azienda pubblica ASCIT, ha avviato una completa riorganizzazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti eliminando dal territorio tutti i cassonetti ed attivando la raccolta domiciliare “Porta a porta”. L’obiettivo è arrivare al 100% di rifiuti riciclati entro il 2020. “Siamo già all’82% di raccolta differenziata”, ci spiega Alessio Ciacci, giovanissimo ed intraprendente assessore all’ambiente, attivo da anni nei movimenti per la difesa dell’ambiente e dei beni comuni.
Nel giugno 2007 Capannori è stato il primo comune in Italia ad aderire alla strategia “Rifiuti zero”. Come è maturata quella scelta e quali risultati avete raggiunto ad oggi?
Si tratta di una scelta maturata dalla consapevolezza che con la crisi ambientale che il nostro pianeta sta vivendo, in forma sempre più traumatica, abbiamo due tipi di opzioni di fronte a noi. La prima è far finta di niente, come sta facendo gran parte della politica e della società italiana, finché i problemi saranno così gravi da non poterli più ignorare. La seconda è invece disegnare degli stili di vita sempre più compatibili con l’ambiente, iniziando a mettere in discussione abitudini che hanno effetti disastrosi sulla natura.
“Rifiuti zero” è l’unico modo che ci può permettere di cercare di eliminare ogni scarto, riciclando tutto e riducendo la produzione dei rifiuti. Anche i comuni possono fare moltissimo, la nostra esperienza lo dimostra: con la raccolta domiciliare “porta a porta” abbiamo raggiunto l’82% di raccolta differenziata, e dunque di riciclaggio, con una riduzione annua del 3% della produzione di scarti, un aumento occupazionale, nessun aumento dei costi e molti progetti per valorizzare i produttori locali e la riduzione degli imballaggi.
Pannolini ecologici e distributori di detersivi alla spina sono solo due dei progetti che avete attivato in questi ultimi mesi per promuovere buone pratiche di riduzione dei rifiuti. Ci spiega nel dettaglio come avete costruito queste iniziative?
Per i pannolini ecologici abbiamo iniziato una politica di sostegno a tutte le 80 famiglie che nel nostro comune hanno deciso di passare dal pannolino usa e getta a quello lavabile. Il comune fornisce gratuitamente il primo kit e metà del secondo se la famiglia decide di continuare dopo la sperimentazione iniziale di 20 giorni. In tre anni la famiglia risparmia quasi duemila euro e l’ambiente diverse tonnellate di rifiuti non riciclabili.
Per il progetto dei detersivi ecologici alla spina come amministrazione abbiamo acquistato dei fusti in alluminio, installandoli in piccoli negozi che all’inizio ci hanno dato la loro disponibilità (una piccola alimentari, due agrarie, un erboristeria), così il cittadino può acquistarli con un proprio contenitore e risparmiando il costo dell’imballaggio. Adesso si sta trasformando in una moda, i negozi che hanno aderito si sono moltiplicati e i contenitori risparmiati all’ambiente sono già migliaia in poche settimane.
Insomma, siamo partiti dal presupposto che con la volontà politica si può fare tantissimo. E anzi la politica, soprattutto nel locale, ha bisogno di calare sul territorio risposte nuove e creative ai problemi che le nostre società vivono.
L’adozione della strategia “Rifiuti Zero” ha richiesto non soltanto un cambiamento radicale delle abitudini dei cittadini, ma anche una completa riorganizzazione del servizio di raccolta che ha consentito, tra l’altro, al consorzio pubblico Ascit di uscire dalla crisi. Che ricadute ha avuto la vostra scelta sul piano del riassetto urbano piuttosto che della formazione degli operatori?
Innanzitutto siamo partiti dalla considerazione che il sistema dello smaltimento – un operatore che guida un camion che ritira cassonetti – è destinato ad andare sempre più in crisi. Questo perché inceneritori e discariche aumentano – io credo giustamente – sempre più i costi di conferimento e le aziende che non riescono a dare una prospettiva diversa sono bloccate da tariffe che non possono aumentare e costi che crescono, spesso a scapito proprio dei lavoratori.
Grazie invece all’eliminazione di camion e cassonetti, alla rivoluzione aziendale per una raccolta domiciliare, abbiamo voluto dare una diversa missione agli operatori. L’obiettivo non è più solo quello di raccogliere i rifiuti, bensì quello di riciclare il più possibile. E proprio grazie ai vantaggi economici del riciclaggio abbiamo compensato i maggiori costi del personale (oltre 40 nuove assunzioni in 4 anni), l’acquisto dei nuovi mezzi e di tutti i nuovi bidoncini per tutte le famiglie.
I vantaggi ambientali sono immediatamente visibili. Quali, invece, i vantaggi economici?
I vantaggi economici sono altrettanto evidenti e lo sono sempre più visto che le discariche sono sempre più al limite e l’individuazione di nuovi siti (per discariche od inceneritori) è giustamente sempre più problematica per l’opposizione della popolazione, con la conseguenza di un aumento costante dei prezzi di smaltimento. Nel riciclo,invece, i materiali si possono vendere – incassiamo centinaia di migliaia di euro ogni anno dalla vendita della carta – o smaltire a costi infinitamente più bassi rispetto all’indifferenziato. Se poi si avviano buone pratiche, come la raccolta differenziata domiciliare, che abituano i cittadini a buoni comportamenti e progetti finalizzati alla riduzione della produzione dei rifiuti, i costi diminuiscono ancora. E’ un grande sforzo ma è anche una tra le più grandi sfide collettive che abbiamo davanti a noi.
(17 dicembre 2008)