Avvio dell’iter della privatizzazione di Gaia.
Sgherri:”fatto grave, a nostro avviso illegittimo, e inopportuno. Presenterò un interrogazione urgente in Regione”
La notizia – riportata oggi dalla stampa – rappresenta un ad un fatto grave ed a nostro avviso illegittimo, oltre che inopportuno. Presenterò una interrogazione urgente alla Giunta Regionale su questa vicenda. Così Monica Sgherri – Capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale in merito alla notizia, apparsa oggi sulla stampa, dell’avvio dell’iter per l’individuazione del partner privato della società di gestione del servizio idrico Gaia, cioè del via alle lettere per la manifestazione di interesse a partecipare al bando di gara per l’aggiudicazione del 49% del capitale della medesima società, oggi completamente di proprietà pubblica, cioè dei comuni di riferimento. Dalla stampa emergerebbe – spiega Sgherri – che sarebbe stata lo stesso soggetto gestore ad avviare tale iter, e questo a nostro avviso è fonte di illegittimità: ad oggi Gaia è appunto società in house, di completa proprietà dei comuni, e per procedere all’avvio alla gara – e a tutto il suo iter – è obbligatorio che si pronuncino i consigli comunali e che questi ultimi procedano alla modifica degli statuti, nonché che si pronunci l’ATO di riferimento; non basta certo che i sindaci “vedano” il bando! Oltre a ciò vi è anche l’inopportunità, in quanto il 12 giugno vi saranno i referendum contro la privatizzazione del servizio idrico e quindi procedere con l’avvio dell’iter di individuazione del privato in Gaia è un modo bello e buono di “scippare” l’esito del referendum medesimo, a pochi mesi dalla sua realizzazione. Una lettura che – a quanto appreso – sarebbe stata colta anche dai segretari delle Camere del Lavoro di Massa, Pistoia e Lucca, che infatti avevano scritto una lettera aperta ai propri sindaci affinché non si avviasse la privatizzazione di Gaia in attesa dell’esito del referendum. Insomma un fatto grave da ogni punto di vista, assolutamente da fermare! Del resto non è la prima volta che un soggetto gestore tenta di dettare le regole e le scelte bypassando i veri e unici titolari del servizio, cioè i Comuni: l’abbiamo visto sulla vicenda fiorentina del deposito cauzionale, sul quale poi ha dovuto fare marcia indietro; marcia indietro che chiediamo avvenga anche in merito alla fusione delle società d’ingegneria di alcune delle società di gestione del servizio idrico, così come su quest’ultima vicenda. Non vorremmo infatti che si instaurasse una situazione di fatto a nostro avviso assolutamente illegittima, cioè che i gestori si appropriassero di ruoli e funzioni assolutamente non loro, bensì dei comuni e delle assemblee elettive di questi ultimi.
23 Novembre 2024