Fin dall’inizio dell’odissea Acam, Rifondazione comunista aveva contrastato l’ipotesi di privatizzazione dell’acqua attraverso la fusione di Acam in Hera, società quotata in Borsa e della quale sono proprietarie anche parecchie banche, alcune delle quali con sede nei paradisi fiscali.
Una posizione coerente con il nostro sostegno al referendum del 12/13 giugno scorso ed in linea con il voto espresso da 101.188 cittadini della nostra provincia, che votando hanno detto chiaramente che l’acqua doveva rimanere pubblica. La nostra è stata una coerenza che altri hanno dimostrato di non avere, e nonostante tardivamente abbiano appoggiato la battaglia referendaria, alla Spezia hanno proposto la privatizzazione dell’acqua come unica possibile soluzione della crisi di Acam.
Per questa ragione, nei confronti con le altre forze politiche sul futuro di Acam, abbiamo sempre proposto, soli contro tutti, che l’acqua rimanesse pubblica sia nella proprietà delle reti sia nella gestione del servizio di distribuzione. Per questa ragione, in tutti i comuni abbiamo chiesto la modifica degli Statuti, inserendo il principio che l’acqua è un bene comune sul quale nessuno può far valere logiche di profitto, facendola approvare dai Consigli Comunali di Arcola, Follo, Ortonovo, Castelnuovo, Lerici, Levanto, Santo Stefano e Vezzano.
Oggi, grazie alla nostra battaglia politica lunga, difficile, tutto questo è diventato realtà: alla Spezia l’acqua rimarrà pubblica. Ma il nostro impegno non si esaurisce qui e trae nuova forza da questo straordinario risultato. Vigileremo affinché non ci siano nuovi tentativi di introdurre una privatizzazione mascherata, accentuando l’impegno per la difesa dell’occupazione in Acam e per il rilancio dell’azienda, in linea con il modello proposto ed accolto.
La nostra battaglia contro la privatizzazione dell’acqua è in continuità con la scelta del comune di Napoli e di altre comunità italiane ed europee (come Parigi e Berlino) ed è un segnale di civiltà.
Da questa vicenda escono sconfitti, sbugiardati e ridicolizzati anche i molti esponenti della classe politica spezzina e regionale che nei mesi scorsi avevano dichiarato, con superficialità e pressappochismo, che non era possibile mantenere il carattere pubblico del servizio idrico spezzino accusandoci di utopismo, di irresponsabilità e di demagogia elettorale. Abbiamo dimostrato che la nostra utopia è l’interesse della collettiva spezzina e dei lavoratori di Acam. Anche l’avvio della ripubblicizzazione di Spezia Risorse dimostra che la fallimentare politica delle privatizzazioni può e deve essere superata.
Rifondazione comunista propone che il tavolo di confronto tecnico-politico tra i partiti e gli Enti locali, che é aperto sul tema dell’acqua, vada ad investire più in generale la tematica ed il ruolo delle società pubbliche, per portare avanti una battaglia vincente che tuteli lavoratori e beni comuni.
di WILLIAM DOMENICHINI
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