La Tepco non riesce a decontaminare l’acqua radioattiva imprigionata dentro la centrale di Fukushima
Il gestore dell’impianto di Fukushima Daiichi continua a collezionare preoccupanti insuccessi sul fronte della decontaminazione dell’acqua che ha allagato diverso locali della centrale. La Tepco infatti on riesce a risolvere il rebus dello smaltimento dell’acqua radioattiva e sta ancora tentando disperatamente di far funzionare al più presto il sistema di riciclo che è stata costretta nuovamente a bloccare ieri, dopo solo un’ora e mezzo di attività, ancora una volta per perdite d’acqua.
Oggi la Tpco ha spiegato che è stata colpa di «Una connessione debole che non è stata controllata in anticipo. La perdita è durata al massimo per 2 minuti al massimo, ed è fuoriuscita solo circa una tonnellata di acqua».
Non c’è che dire: tutto molto tranquillizzante, mentre gli errori umani e i guasti in un sistema presentato come l’ultimo ritrovato della scienza e della tecnica si susseguono. La Tepco questa volta non è riuscita a controllare bene i 4 km di tubazioni, dove due settimane fa non aveva trovato «Nessun problema», poi sono venute fuori continue perdite.
Il sistema di riciclaggio dovrebbe pompare l’acqua altamente radioattiva fuori dagli edifici allagati dei reattori, decontaminarla e poi rimetterla in circolazione per raffreddare i reattori danneggiati.
La situazione si sta facendo davvero drammatica e lo stronzio trovato al largo di Fukushima (vedi altro articolo, link a fondo pagina) potrebbe essere solo l’avvisaglia del disastro ecologico che potrebbe avvenire se la Tepco non riuscirà a decontaminare l’acqua altamente radioattiva che minaccia di tracimare.
La data limite per fermare la risalita dell’acqua radioattiva e fare in modo che non si riversi nell’area dell’impianto e poi nell’oceano Pacifico è il 5 luglio e diversi esperti dicono che ormai è troppo tardi per evitarlo del tutto.
greenreport
23 Dicembre 2024