Lo ha detto chiaramente la ricerca dell’IPSO su cui riportiamo l’articolo seguente. Agli italiani lo shopper piace a sportina o biodegradabile
E’ stata diffusa la una ricerca di IPSO – diretta dal Prof. Renato Mannheimer – promossa daAsso bio plastiche, dalla quale emerge come nel nostro Paese il giudizio degli italiani sul divieto dei sacchetti di plastica sia positivo. L’indagine, volta ad approfondire il grado di conoscenza degli Italiani e la lorovalutazione sul divieto dei sacchetti di plastica introdotto quest’anno, ne è emerso un elevato grado di conoscenza accompagnato da un atteggiamento di favore nei confronti della legge. Ben il 93% degli italiani è consapevole dell’introduzione della norma e 6 su 10 hanno manifestato il proprio consenso in maniera convinta. Altro dato importante emerso è che oltre il 90% riconosce che l’impegno nei confronti dell’ambiente sia da ritenersi “come «grande e doveroso» e sufficiente a giustificare un’imposizione di legge”.
Ma come sono cambiate le abitudini degli italiani? Per il 75% degli intervistati “regina” è diventata la sporta riutilizzabile, oltre la metà ha dichiarato di usare frequentemente i sacchetti biodegradabili, mentre marginale è l’uso abituale dei sacchetti di carta (preferiti dai più anziani).
Ma come distinguere le buste “buone per l’ambiente”? L’89% ha dichiarato all’IPSO di sapere che esiste una norma a cui i sacchetti devono conformarsi per essere definiti biodegradabili, mentre c’è meno certezza (60%) sul fatto che in commercio esistano materiali che si dichiarano tali pur non essendo conformi alla normativa europea. Inoltre sebbene la maggioranza ritenga che i sacchetti non si dovrebbero pagare, quasi la metà è comunque disposto all’acquisto dei sacchetti bio “se giustificato da motivazioni di minore impatto ambientale”.
Gli italiani a stragrande maggioranza hanno poi detto no al ritorno dei vecchi sacchetti.
“I risultati della ricerca condotta dall’ISPO sono la conferma che i cittadini italiani condividono pienamente il provvedimento adottato dal Parlamento – sottolinea il Presidente di Assobioplastiche, Marco Versari – se consideriamo i dati contenuti nell’ultimo rapporto Ispra sui rifiuti in Italia, appena pubblicato, abbiamo la conferma del valore di un provvedimento che mira a ridurre il fenomeno della contaminazione della frazione organica da avviare al compostaggio. Oggi si tratta di gran lunga della frazione più rilevante in termini di quantità di Rifiuti solidi urbani intercettata (3,7 milioni di tonnellate). Gli shopper in plastica, come sottolineato dal Cic (Consorzio Italiano Compostatori), rappresentano la principale fonte di contaminazione del compost e di costi aggiuntivi per separazione e smaltimento che ricadono sulle amministrazioni e gli enti gestori. Lo sviluppo delle bioplastiche oltre ad un importante contributo risolvere rilevanti problematiche ambientali rappresenta anche un’opzione strategica per rilancio di interi settori industriali fondamentali per il sistema Paese”.
fonte articolo LowImpact
22 Novembre 2024