Il rapporto “Who’s Winning the Clean Energy Race? Growth, Competition and Opportunity in the World’s Largest Economies” del Pew environment group documenta la crescita esponenziale della nuova industria dell’energia pulita a livelo mondiale: più 230% dal 2005.
«Dimostrando la sua forza – dice il rapporto del Pew – il settore dell’energia pulita è diminuito solo il 6,6% nel 2009, nonostante la peggiore crisi finanziaria da oltre mezzo secolo. Nel 2009, in tutto il mondo sono stati investiti 162 miliardi dollari in energia pulita. Recuperando un forte calo nell’ultimo trimestre del 2008 e nel primo trimestre del 2009, gli investimenti in energia pulita del G-20 in media sono stati robusti: 32
miliardi di dollari in ciascuno degli ultimi tre trimestri del 2009. Un segnale incoraggiante per il futuro, per molti governi la priorità dell’energia pulita rientra nei finanziamenti per la ripresa economica, la maggior parte dei quali andrà ad innovative imprese ed installatori nel 2010 e nel 2011. Per gli investimenti in energie pulite si prevede un incremento del 25%, fino 200 miliardi di dollari, nel 2010».
A dominare questo mercato sono naturalmente i Paesi del G20 e quasi tutti hanno visto crescere di oltre il 50% gli investimenti nelle energie rinnovabili negli ultimi 5 anni.
Le sorprese del rapporto arrivano quando si va a vedere la classifica del G20 e la competitività nel settore dei diversi Paesi: «Quelle nazioni, come Cina, Brasile, Gran Bretagna, Germania e Spagna, con forti politiche nazionali volte a ridurre l’inquinamento da global warming e ad incentivare l’uso delle fonti rinnovabili dell’energia sono più forti nel realizzare posizioni competitive nell’economia dell’energia pulita – dice il Pew – Le nazioni che cercano di competere efficacemente nei processi di produzione di energia pulita e farebbe bene a valutare la matrice della politica dei meccanismi che possono essere impiegati per stimolare l’investimento di energia pulita. La Cina, per esempio, si è data obiettivi ambiziosi per l’eolico, le biomasse, l’energia solare e, per la prima volta, nel 2009 è salita al primo posto all’interno del G-20 e in generale per i finanziamenti complessivi per l’energia pulita e gli investimenti».
La Cina ha quindi scavalcato gli Usa, scivolati al secondo posto e il Pew sottolinea che «Ci sono ragioni per essere preoccupati per la posizione competitiva degli Stati Uniti nel mercato dell’energia pulita. In relazione alla dimensione della loro economia, il finanziamento e gli investimenti nell’energia pulita negli Stati Uniti sono in ritardo rispetto a molti dei loro partner del G-20. Per esempio, in termini relativi, la Spagna l’anno scorso ha investito cinque volte più degli Usa, e Cina, Brasile e Regno Unito hanno investito tre volte di più».
Nel 2009 tutti i 10 membri più importanti del G-20 hanno dedicato una maggiore percentuale di prodotto interno lordo all’energia pulita rispetto agli Usa Stati Uniti, inoltre gli Usa sono sul punto di perdere la loro leadership per l’energia rinnovabile installata, anche stavolta a vantaggio della Cina che li ha già virtualmente superati con i progetti in corso. Se il Senato Usa continuerà ad ostacolare l’approvazione della legge sul clima e a mettere i bastoni tra le ruote alle rinnovabili per favorire nucleare e petrolio, l’America perderà altre posizioni rispetto al concorrente cinese. L’unica notizia positiva per gli Usa sono i copiosi investimenti privati nelle rinnovabili: mantengono la leadership nei venture capital e questo da loro ancora la possibilità di recuperare la leadership delle quote di mercato in futuro».
Al terzo posto della classifica delle rinnovabili si piazza la Gran Bretagna, seguita dal resto dell’Ue a 27, Spagna, Brasile, Germania e Canada.
L’Italia è nona, e precede India, Messico, Francia, Turchia, Australia, Giappone, Indonesia, Sudafrica e Argentina. Il rapporto Pew spiega che «Gli investimenti in energia pulita in Italia costituiscono il 2,3 del totale del G-20, il ranking è nono. L’Italia ha prezzi dell’energia alti ed è il primo Paese dove l’energia solare ha raggiunto la parità con altre fonti di elettricità. Gli investimenti nell’energia pulita in Italia sono cresciuti del 110% negli ultimi cinque anni. All’interno della politica dell’Ue, l’Italia ha l’obiettivo di produrre almeno il 25% della sua elettricità da fonti rinnovabili. Offre tariffe feed-in per il solare e l’eolico mentre si sovvenziona il 30% del costo delle spese in conto capitale per energie come le biomasse».
Tornando al sorpasso della Cina sugli Stati Uniti d’America, per Greeenpeace Usa «Niente potrebbe dipingere un quadro più preoccupante dello stato dell’energia in America. Le compagnie dei combustibili fossili e i loro lobbisti hanno stretto in una morsa la nostra politica energetica, e abbiamo fallito miseramente nel tentativo di abbandonare i prodotti sporchi di società sconsiderate come la Bp e la Massey Energy che hanno distrutto vite e le risorse di tutta la nazione nella loro ricerca di profitti. Siamo ridotti a sperare che una compagnia petrolifera del tutto negligente sia finalmente riuscita a contenere una perdita petrolifera disastrosa, che comunque ha già fatto danni incalcolabili che interesseranno la regione del Golfo per decenni, mentre i nostri concorrenti a livello mondiale ci sorpassano tranquillamente nell’avviare la prossima rivoluzione dell’energia pulita. Siamo in ritardo. Le fonti rinnovabili sono la strada del futuro, indipendentemente dal numero di lobbisti dei combustibili fossili che stanno cercando di convincere del contrario i nostri politici eletti. La Cina lo sa, ed è per questo che persegue aggressivamente le energie rinnovabili. Quando diventeremo più saggi?».
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24 Dicembre 2024