Secondo i dati pubblicati dall’Heart policy institute di Lester Brown, la composizione del mix energetico statunitense sta cambiando «Nel 2007, la produzione di elettricità da carbone ha raggiunto il picco, scendendo di quasi il 4% all’anno tra il 2007 e il 2011. Nel corso del stesso periodo di tempo , la produzione di nucleare è in lieve calo, mentre il l’energia elettrica da gas naturale è cresciuta di circa il 3% all’anno e l’energia idroelettrica del 7%. Nel frattempo, energia generata dal vento è cresciuta di un enorme 36% ogni anno».
Alla base di questa rivoluzione energetica ci sono molteplici fattori compresa la recessione globale, l’umento dell’efficienza energetica e las maggiore economicità dell’estrazione del gas statunitense. «Ma alla fine è l’attrattiva crescente dell’eolico come fonte di energia che lo ha portato in risalto – si legge nello studio – Nel 2011 l’energia eolica ha rappresentato solo il 2,9% della produzione totale di elettricità negli Stati Uniti. Tuttavia, in 5 Stati Usa il 10% o più della produzione di elettricità è venuto dal vento».
A guidare la classifica dell’eolico è il South Dakota con il 22% della sua produzione di energia elettrica, un bel balzo rispetto al 14% del 2010. Nel 2011, lo Iowa ha prodotto il 19% della sua elettricità con l’eolico, il North Dakota è arrivato al 15%.
Anche i due Stati più popolati degli Usa i stanno sfruttando di più le loro risorse eoliche. La California, aggiungendo oltre 900 MW di nuovi impianti eolici nel 2011 è arrivata a 3.000 MW, portando la percentuale dell’eolico dal 3 al 4%. Il Texas è lo Stato Usa con più impianti eolici, con 10.400 megawatt. Se fosse un Pase indipendente sarebbe il sesto al mondo per potenza eolica installate. Le cifre dell’Electric Reliability Council of Texas (Ercot), che fornisce l’85% dell’elettricità del Texas, dimostrano che la quota di eolico dell’energia elettrica nella regione Ercot e balzata dal 2,9% del 2007 all’8,5% del 2011.
Anche il costo dell’energia elettrica prodotta col vento è calato, anche grazie ai renewable portfolio standards (Rps) approvati da 29 Stati ora richiedono alle compagnie elettriche che, entro una determinata data, una percentuale di energia elettrica provenga da fonti rinnovabili. Questo meccanismo comprende anche i primi 8 Stati Usa per eolico installato.
In California gli Rps richiedono che entro il 2020 un terzo dell’elettricità dello Stato provenga da fonti rinnovabili. Ma finora il driver politico più grande della crescita dell’energia eolica degli Usa è stata la Production Tax Credit (Ptc) federale per ogni kilowatt-ora di elettricità prodotto da una turbina eolica. Quando il Congresso Usa ha fatto decadere il Ptc, come sembra voglia fare di fare di nuovo alla fine del 2012, l’anno dopo la costruzione di impianti eolici è crollata.
L’Heart policy institute sottolinea che «Nel breve termine, l’estensione del Ptc sarà fondamentale per l’industria eolica statunitense, che vanta più di 400 produttori di componenti di turbine e impiega circa 75.000 persone».
Quindi, se venisse sconfitta la fobia del partito repubblicano per le rinnovabili (non condivisa da molti governatori repubblicani degli Stati), istituendo un Rps nazionale o una carbon tax, chesto potrebbe incoraggiare una crescita ancora maggiore di impianti eolici ancora più grandi. «In un Paese in cui le risorse eoliche potrebbe alimentare l’economia intera – conclude la ricerca – c’è ancora un grande potenziale da realizzare. 4 lander nel nord della Germania ci hanno messo il marchio, ottenendo così più del 40% della loro elettricità dal vento. Quale Stato americano ci arriverà per primo?»
26 Dicembre 2024