Lievita la Tia (tariffa per il servizio di igiene urbana)e quindi la spesa dei cittadini per i rifiuti. Cresce la produzione pro capite di rifiuti (più 6,7% di variazione fra il 2009 e il 2010) e diminuisce invece (ultima rilevazione disponibile, quella tra il 2009 e il 2010) la raccolta disfferenziata. Risultato: un disastro. Dati alla mano, è la fotografia scattata dall’indagine compiuta da Cittadinanzattiva su dati di Legambiente. Nel panorama dei capoluogo toscani, Lucca risulta tra le città dove per i rifiuti si spende di più. Ecco i dati. Nel 2007 una famiglia tipo spendeva 270 euro in un anno per il servizio di smaltimento rifiuti. Nel 2010 la spesa è salita a 289,5 euro; nel 2011 è schizzata quasi a trecento euro (298,5, per l’esattezza). In tagione percentuale, gli aumenti sono stati del 10,6% fra il 2007 e il 2011. L’altro lato della medaglia, anche questo non confortante, è rappresentato dal rapporto fra produzione pro capite di rifiuti e andamento della raccolta differenziata. E così, dai dati forniti da Cittadinanzattiva risulta che nel 2010 ogni cittadino lucchese abbia prodotto 825,4 chilogrammi di rifiuti, in pratica il 6,7% in più rispetto all’anno precedente, vale a dire il 2009. In parallelo, la raccolta differenziata è invece calata: nel 2001 si è fermata al 45%, in pratica il 2,1% in meno rispetto all’anno precedente (il 2009). Soltanto la provincia di Arezzo ha visto un arretramento della raccolta differenziata più marcato di quello di Lucca (ad Arezzo si è registrato un meno 2,7 per cento di raccolta differenziata paragonando il dato del 2010 con quello del 2009). Risultato: i rifiuti, nella provincia di Lucca, costano “a peso d’oro”, mentre la raccolta differenziata stenta. «In Italia – dice il vicesegretario di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso – oltre il 40% dei rifiuti finisce in discarica. La differenziata stenta al Centro e al Sud»
Tirreno 31 Marzo
22 Dicembre 2024