La storica band ha scritto il suo ultimo testo per Legambiente: è la “Canzone Circolare”, pensata per non finire mai
I fondi di caffè diventano “funghi prelibati”, “il torsolo sputato” si trasforma in combustibile per gli autobus. Non sono solo le immagini un po’ paradossali della nuova canzone di Elio e le Storie tese, ma la base del primo progetto infinito-musical-ambientalista della band che – in uscita dalla scena musicale italiana – ha pensato di scrivere la sua ultima canzone per Legambiente. Un finale super ecologista per parlare in musica dell’economia del futuro, quella circolare, dove quello che fino a ieri veniva considerato un rifiuto può ridiventare materia prima e tornare nel circuito produttivo. Un modello che cambia radicalmente il concetto di economia lineare che distrugge l’ambiente, le persone, il pianeta.
E quale migliore occasione se non quella in cui si sta per diventare un “prodotto a fine ciclo” per lanciare una canzone infinita e trasformarsi così nel primo gruppo compostabile della storia della musica italiana? Così – grazie a Legambiente – Elio e le Storie Tese da oggi diventano Elio e le Storie Circolari, mentre la Canzone Circolare è la prima canzone che potrà essere suonata e ripresa all’infinito, proprio come una lattina di alluminio che si può riciclare per sempre.
Il progetto è stato presentato oggi a Milano presso il Cinemino dal gruppo di Elio e le Storie Tese, insieme al Presidente e al Direttore di Legambiente, Stefano Ciafani e Giorgio Zampetti. Ideato dall’agenzia creativa Kfield-Ideificio, nasce per raccontare plasticamente e attraverso la musica cosa vuol dire l’economia circolare. Il gruppo, al termine della Canzone Circolare, lancia l’appello a tutti i colleghi musicisti – noti e meno noti, professionisti e dilettanti, stonati e intonati – a riprendere le ultime note del brano e crearne uno nuovo. Tutti potranno mandare il loro componimento al sito di Legambiente e contribuire così al grande progetto per promuovere l’economia circolare.
“Non appena si è sparsa la voce che eravamo al canto del cigno”, raccontano i membri del gruppo, “gli amici di Legambiente – che di cigni se ne intendono – hanno equivocato pensando che volessimo scrivere una canzone per loro. Dal qui pro quo è nata però l’idea e abbiamo pensato che la nostra ultima canzone poteva essere la prima canzone compostabile della storia della musica leggera italiana. Abbiamo quindi composto la Canzone Circolare che, a differenza di ‘La musica che gira intorno’ di Ivano Fossati, è un brano compostabile al 100%, nel senso che tutti i musicisti all’ascolto sono cordialmente invitati a prenderne un pezzo e crearne una nuova”.
“La Canzone Circolare – dichiara Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente – è un progetto che unisce musica e ambiente, con l’obiettivo di sensibilizzare, artisti e cittadini, sul tema dell’economia circolare e del riciclo coinvolgendoli in prima persona. La musica può cambiare il mondo e la percezione dei problemi. Fece così Bob Geldof nel 1985 con il Live Aid incentrato sul problema della fame in Etiopia e nel 2005 con il Live 8 per chiedere al G8 di azzerare il debito dei paesi poveri. Con l’ultima canzone di Elio e le Storie Tese, che ringraziamo per il dono alla nostra associazione, vogliamo organizzare virtualmente un evento musicale, una sorta di Live Circular, per dar voce e musica, attraverso un progetto corale e innovativo, all’economia circolare, un nuovo modello di sviluppo economico senza rifiuti, in cui tutto si rigenera e nulla si smaltisce. Questa rivoluzione, partita con le nuove direttive europee da poco approvate, vede giocare l’Italia in un ruolo di primo piano: il nostro Paese, infatti può avvalersi di tante esperienze di successo praticate da Comuni, società pubbliche e imprese private, che ne fanno la culla della nascente economia circolare del vecchio continente”.
La Canzone Circolare è accompagnata da un video-clip che riecheggia nel tratto un videogioco anni ’80, gli anni in cui è nato il gruppo di Elio e le Storie Tese, ma anche gli anni dell’edonismo reaganiano, in cui il neoliberismo diventa il nuovo credo: crescita illimitata, aumento dei consumi e quindi dei rifiuti a livello globale. Gli anni in cui la tutela dell’ambiente veniva dai più percepita come un concetto elitario e come ostacolo allo sviluppo senza freni. Ma sono anche gli anni in cui viene pubblicato il primo testo di Walter Stahel che teorizza l’Economia Circolare.
Che cos’è l’economia circolare
Passare dalla linea al cerchio: da un modello economico lineare basato su “produci/consuma/getta via” destinato a scontrarsi con la limitatezza delle risorse naturali, gli impatti ambientali e la gestione sempre più problematica di quantità sempre più grandi di rifiuti, a un altro – quello circolare appunto – rigenerativo e ricostitutivo nel quale il cerchio si chiude.
L’economia circolare non propone aggiustamenti per ridurre gli impatti ambientali prodotti dal sistema economico lineare, ma rappresenta un cambiamento sistemico, una rivoluzione sostenibile, che ridefinisce processi produttivi e servizi, re-immette le risorse nel ciclo, generando opportunità economiche e benefici per l’ambiente e la società.
L’economia circolare rappresenta una straordinaria occasione per compiere l’auspicata rivoluzione nell’ottimizzazione dell’uso di risorse naturali e nella gestione dei rifiuti, rottamando l’utilizzo della discarica e della combustione dei rifiuti a fini energetici, ma non solo.
Si pone tra gli obiettivi la lotta allo spreco di cibo, la raccolta separata della frazione organica, l’allungamento della vita dei prodotti, impone vincoli alla riciclabilità e riparabilità dei beni, mettendo fine al fenomeno della durabilità programmata.
Ulteriore aspetto è rappresentato dal vantaggio in termini di competitività, innovazione e risparmio economico. Per praticarla concretamente occorre però avere un’idea chiara e progettata dei processi di produzione e dei servizi da attuare. Quelli che prima erano rifiuti o scarti di cui disfarsi mandandoli in discarica o bruciandoli, diventano nuova materia prima utilizzabile per altri cicli produttivi e nuovi prodotti. Il recupero e il riutilizzo diventano parte integrante dei processi, insieme alle misure volte ridurre i costi di produzione, la dipendenza dalle materie prime vergini, dare impulso alla crescita di opportunità lavorative, al contenimento dell’inquinamento proveniente dai rifiuti e dalle emissioni del processo produttivo.
Ambiente, economia e contesto sociale sono gli ingredienti di base dell’economia circolare.
Per questo la prospettiva dell’economia circolare oggi rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese, anche in termini di nuova occupazione e risoluzione di storici problemi (gestione dei rifiuti, reperibilità delle materie prime, efficienza energetica, ecc.).By Huffington Post
23 Dicembre 2024