Con una metafora, si potrebbe definire “la Treccani dei materiali ecosostenibili”. Matrec, il database on line che raccoglie circa 700 voci tra materiali riciclati e naturali prodotti in tutto il mondo, è un pozzo di informazioni per quanti ogni giorno si muovono su questo terreno in continua evoluzione. Il progetto, che proprio in questo periodo compie dieci anni, è nato nel 2002 dalla collaborazione tra l’architetto Marco Capellini, pioniere dell’eco design fin dal 1995, e i consorzi nazionali del riciclo Cial (alluminio), Comieco (carta e cartone) e Corepla (plastica).
«Nel 2001, quanto ho concepito Matrec – racconta Capellini – non c’erano banche dati dedicate ai materiali a basso impatto ambientale. Le aziende mi chiedevano spesso informazioni sui materiali ecologici. Essendomi occupato di questo fin dalla metà degli anni Novanta, mi sono reso conto che avevo messo insieme un vero e proprio archivio, e ho deciso di renderlo pubblico, con l’obiettivo di far capire ad architetti e designer le caratteristiche e le potenzialità dei materiali riciclati». Realizzati a partire da diversi scarti industriali o rifiuti post-consumo: alluminio e altri metalli, carta, gomma, inerti, legno, pellame, plastica, sughero, tessili, vetro. A cui quest’anno Matrec ha aggiunto anche i materiali prodotti da fonti rinnovabili: bambù, canapa, carta cocco, cotone, juta, kenaf, lana, legno, lino, sughero.
Ogni materiale ha una propria pagina dedicata, con un’immagine e una scheda che ne evidenzia le caratteristiche tecniche e ambientali. Curiosando tra le diverse sezioni, si scoprono così materiali originali, belli, curiosi. Gi-Floor, per esempio, è un pannello realizzato in rigenerato di cuoio, verniciato su un lato, composto da fibre provenienti da scarti di lavorazione di pelli e cuoi trattati con concia esclusivamente naturale. È prodotto da Gestioni Industriali, azienda della provincia di Pavia, e viene utilizzato soprattutto come pavimentazione per interni. Kirei Coco, prodotto dall’azienda californiana Kirei, è invece realizzato utilizzando i gusci delle noci di cocco recuperati dopo il raccolto, resine a basso contento di VOC (composti organici volatili) e legno. Può essere impiegato per il rivestimento di pareti o per realizzare mobili dal sapore etno-chic. Di alcuni altri materiali, come le lastre Greenbell di Stone Italiana, le piastrelle Serie 100 di Graniti Fiandre o i pannelli Ecomat di Ecoplan, Greenews.info ha già parlato in passato, proprio in questa rubrica.
Essere continuamente aggiornati su tutti i nuovi materiali, spiega Capellini, «è difficilissimo. Ci riusciamo grazie a un network internazionale che abbiamo creato, con cui scambiamo informazioni». E che copre gran parte del mondo, da Pechino a New York, da Addis Abeba a Stoccolma, da Buenos Aires a Mosca. Quando arriva la notizia di un nuovo prodotto, continua l’architetto, «verifichiamo le sue caratteristiche e l’effettiva ecosostenibilità. Capita che un materiale sia presentato come tale e poi in realtà non lo sia». Le aziende possono inserire gratuitamente nel database i propri materiali e inviare campioni dei prodotti, che Matrec poi porta in esposizione nei diversi eventi internazionali a cui partecipa e nello spazio dedicato all’interno della Scuola Politecnica di Design a Milano.
Dal 2002 ad oggi, le visite al sito sono state più di 1,3 milioni e 6,8 milioni le pagine consultate. Tra i visitatori, spiega Capellini, ci sono «architetti, designer, aziende che cercano materiali ecologici per i loro prodotti e aziende che invece sviluppano nuovi materiali». Italiane e anche straniere. In dieci anni, si sono succedute quattro nuove versioni di Matrec, sulla spinta di un’attenzione crescente da parte degli addetti ai lavori: «C’è un forte interesse, perché le aziende vogliono capire quali sono le nuove opportunità e trovare materiali alternativi rispetto a quelli che hanno sempre utilizzato». Presto, sarà on line una versione multi-lingue del sito e saranno inseriti anche altri tipi di materiali, come le bioplastiche.
Matrec, oltre ad essere un compendio di materiali ecosostenibili, è anche un punto di riferimento per i servizi alle imprese. «Con i Green Feeds, aggiorniamo le aziende sulle novità dell’ecodesign. Inoltre, offriamo consulenze per lo sviluppo di prodotti e progetti ecosostenibili». Con un occhio particolare alle Pmi: «Ci vogliamo rivolgere soprattutto alle piccole e medie imprese, con servizi dedicati a basso costo. Per entrare nella green economy, infatti, non servono investimenti assurdi, ma piuttosto buon senso. Con la crisi, le aziende tendono a pensare a domani più che a dopodomani, noi vogliamo offrire servizi che consentano loro di fare entrambe le cose». Le imprese italiane, spiega Capellini, hanno un già un vantaggio importante: il know how. «L’Italia è un Paese che non ha materie prime da sfruttare, ma ha grandi tecnologie del riciclo. Le aziende hanno sviluppato prodotti importanti nei settori dell’industria, dell’edilizia e della moda. Ci si dovrebbe concentrare su questo mercato per renderlo il migliore del mondo».
Veronica Ulivieri
23 Novembre 2024