Il liquidatore di MessinAmbiente (ed ex assessore a Capannori) affrontato dai lavoratori siciliani esasperati per il ritardo di 14 giorni nel pagamento degli stipendi. Lo sfogo dell’amministratore su Facebook: “Mai successo di essere vittima di violenze”
LUCCA. Mattinata di tensione per Alessio Ciacci, liquidatore di MessinAmbiente ed ex assessore all’ambiente del Comune di Capannori. Un gruppo di lavoratori martedì 28 si è fatto strada a forza di spintoni negli uffici della società per la gestione dei rifiuti nel comune siciliano ed è arrivato fino alla scrivania di Ciacci, dove la protesta si è ulteriormente infiammata, fino a rendere necessario l’intervento degli agenti della Digos
Il motivo della protesta? Un ritardo di 14 giorni negli stipendi dovuto ad un ritardo di pagamenti dal Comune. Ciacci ha affidato a Facebook il suo amaro sfogo sull’accaduto, che non ha esitato a definire come un episodio di violenza.
«Nella mia vita ho avuto tante esperienze, anche dure a volte e in contesti di violenza dove, come in Guatemala o Chiapas, ho lavorato con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per recuperare resti delle fossi comuni. Ma mai nella mia vita mi era capitato di essere io il destinatario ultimo della violenze come questa mattina negli uffici di MessinAmbiente».
Inizia così il post che Ciacci ha postato sul social network, con un riferimento forte alle sue esperienze come giovane volontario e cooperante in situazioni tutt’altro che semplici. «Per un ritardo di 14 giorni negli stipendi dovuto a sua volta a un ritardo di pagamenti dal Comune, la sede dell’azienda è stata invasa da un gruppo di lavoratori – racconta – che a suon di spintoni e minacce si è fatta strada fino a occuparmi l’ufficio urlando e minacciandomi. Devo ringraziare la presenza di Raphael, che mi ha aiutato e l’intervento tempestivo della Digos, che ha evitato la violenza fisica e ripristinato un clima di confronto».
Il Raphael è citato dal liquidatore è Raphael Rossi, consulente della partecipata del Comune di Messina che da tempo collabora con Ciacci. La tensione, dunque, è stata stemperata dall’arrivo della polizia, fondamentale per riportare alla ragione il gruppo di lavoratori, che pare siano poi stati in grado di intavolare un dialogo più civile con Ciacci. Nel frattempo, a contribuire al ripristino di un clima più sereno è arrivata la notizia dello stanziamento delle risorse per gli stipendi arretrati.
A dirlo lo stesso liquidatore, sempre su Facebook: «Stiamo erogando i fondi. Faccio appello a tutti, perché quando si amministra un bene comune si sia rispettosi gli uni degli altri».
Ciacci, al suo arrivo a Messina, aveva messo subito ben in chiaro di voler rivoluzionare nel profondo e mettere ordine nell’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti. Nonostante le difficoltà, ha portato avanti il suo progetto. Un mese fa l’ultimo strappo, con il licenziamento di Natale Cucè, che ricopriva il ruolo di direttore tecnico e responsabile servizio prevenzione e protezione sulla sicurezza dei lavoratori di MessinAmbiente. Licenziamento comunicato con una breve nota stampa, nella quale si sottolineava anche che «l’azienda prosegue nel suo impegni sugli obiettivi strategici di risparmio dei costi, qualità dei servizi, raccolta differenziata, prevenzione e protezione dei lavoratori».
di Arianna Bottari – Il Tirreno
31 Ottobre 2024