Michele Santoro: “Questa volta nessuno potrà spegnere le nostre telecamere”
di Stefano Corradino
“In appena 48 ore abbiamo avuto mezzo milione di contatti sul sito ‘serviziopubblico.it’; la risposta del pubblico è travolgente”. Così Michele Santoro intervistato da Articolo21 a due giorni dalla presentazione della nuova esperienza televisiva che partirà il 3 novembre. “Chiediamo a tutti 10 euro, una sorta di piccolo canone che però in questo caso si paga volentieri per vedere in onda il proprio programma preferito e non vedere cose che non c’entrano niente con i nostri bisogni e i nostri desideri”. “Ed eventuali nuovi sgambetti di Berlusconi non ci fermeranno…”
Cominciamo dalla stretta attualità. Nella giornata di ieri anche alcuni editori, tra cui Laterza, sono scesi in campo per manifestare il loro dissenso alla ipotesi di Legge Bavaglio che, affermano, “manipolererebbe la Carta”. Il ddl intercettazioni vìola la Costituzione?
Io non sono un costituzionalista ma si può affermare che, nel momento in cui viene impedito a chi si trova in possesso di notizie di interesse pubblico di divulgarle, ci troviamo di fronte ad una limitazione della libertà di espressione che è uno dei cardini della Carta costituzionale.
Se il bavaglio diventasse Legge con tutto quello che comporta, multe e carcere per chi pubblica le intercettazioni, tu manderesti in onda in ogni caso ciò che ritieni socialmente rilevante?
Io credo che dobbiamo sentirci impegnati a disobbedire civilmente ad un decreto che ci imponga di non divulgare ciò che è conosciuto pubblicamente, e di tradire la ragione stessa del nostro mestiere. Noi siamo giornalisti e dobbiamo portare a conoscenza dell’opinione pubblica ciò che apprendiamo. E’ chiaro che stiamo parlando di materiale di interesse pubblico, questioni intorno alle quali la formazione dell’opinione pubblica diventa decisiva.
serviziopubblico.it. Hai presentato il sito due giorni fa, hai già il polso delle adesioni alla campagna di sottoscrizione di dieci euro?
Non siamo ancora in grado di monitorare i flussi ma credo che stia avvenenendo qualcosa di straordinario. La risposta del pubblico è travolgente. Basti pensare che il nostro sito, nato da 48 ore, ha avuto 100mila visitatori il primo giorno e più di 100mila il secondo. Stiamo parlando di visitatori unici e vuol dire che più di 200mila persone hanno visitato il nostro sito e i contatti sono stati oltre mezzo milione. Non sappiamo quanto di questo si sia trasformato in sottoscrizioni tuttavia mi pare che partiamo avendo accanto, in questa impresa, una gran massa di persone.
10 euro per “Servizio pubblico”, lo considerate una sorta di mini canone?
Proprio così, una forma di piccolo canone che però in questo caso si paga volentieri per vedere in onda il proprio programma preferito e non vedere cose che non c’entrano niente con i nostri bisogni e i nostri desideri.
Un network di tv locali, digitali, satellitari. E poi internet. Un progetto che rivoluziona il linguaggio e il mezzo televisivo?
Di sicuro apriremo una crepa molto profonda nel sistema. Dopodichè sarà più evidente che questo sistema va riformato radicalmente.
La tv tradizionale ne sarà influenzata?
Non so se condizioneremo il modo di fare tv; non può essere questa la strada intorno alla quale si costruisce una ipotesi di riforma globale del sistema. D’altronde la nostra è anche una manifestazione di protesta, una specie di rivolta fatta usando i mezzi della televisione.
Televisione e movimento al tempo stesso?
Proprio così. Ovviamente non possiamo immaginare che tutta la tv si trasformi in una multipiattaforma come la nostra. Ciò a cui dobbiamo invece pensare è di riformare la Rai ed ottenere che l’intero sistema e il mercato abbiano una evoluzione in senso globale. Un’evoluzione che parta dal netto superamento della dominante monopolistica.
Cos’è per te “servizio pubblico”?
Il concetto di servizio pubblico può avere tante accezioni. Può riguardare l’industria della cultura o la televisione stessa. A mio avviso servizio pubblico vuol dire una sola cosa: fare ciò che il mercato non fa spontaneamente. E noi non facciamo solo quello che il mercato non fa naturalmente ma facciamo anche quello che la Rai dovrebbe fare e non fa, perchè è impedita nelle sue azioni dal condizionamento del potere politico. Questa è la chiave per comprendere la nostra azione. Servizio pubblico è questo: riuscire ad impiegare le risorse che i cittadini gli affidano per produrre ciò che il mercato non riesce a produrre spontaneamente. Se non lo si fa, se si usano questi soldi per fare varietà commerciali si tradisce la funzione di servizio pubblico.
Conflitto di interessi e nuova legge elettorale. Scegli tra queste due la priorità per uscire dallo stallo in cui si trova il nostro Paese
Sceglierei la legge elettorale perchè il conflitto di interessi… a chi lo affidiamo? Diventa complicato poter risolvere il conflitto di interessi finchè c’è questa maggioranza politica…
Sono passati circa dieci anni dal cosiddetto “editto bulgaro” con cui Berlusconi si scagliò contro te, Biagi e Luttazzi accusandovi di fare un uso criminoso della tv. Da allora all’ultima edizione di Anno Zero, nelle dichiarazioni pubbliche e nelle intercettazioni di Trani sei stato ripetutamente nel mirino del Presidente del Consiglio. Ora sei fuori dalla Rai, pensi che l'”interessamento” del premier nei tuoi confronti continuerà egualmente?
Il potere politico ed economico di Silvio Berlusconi è talmente grande che potrebbe inventarsi qualsiasi sgambetto. Ma non credo che eventuali tiri mancini siano destinati ad avere successo soprattutto perchè noi non ci piegheremo e anzi, ogni volta, rilanceremo la nostra battaglia con ancora più decisione. Dal 3 novembre non spegneremo per nessuna ragione le nostre telecamere e se qualcuno ci dovesse provare in qualche modo le terremo comunque accese.
Ci sarà tutta la squadra di Anno Zero?
Sì, la squadra di sempre. Marco Travaglio, Vauro, Giulia Innocenzi. E speriamo di avere Sandro Ruotolo con noi al più presto. Il gruppo è unito.
Qualcuno ha scelto di fare altro
E’ normale amministrazione. La tv è piena di persone cresciute attraverso la nostra esperienza televisiva e lo considero un titolo di merito. Sono tutti abbastanza bravi quelli che vengono dalla nostra scuola. Naturalmente ci sono trasmissioni di cui si è più fieri e contenti di vederle in onda, come quella di Iacona.
Ieri abbiamo appreso dalle agenzie di stampa che il ministro Romano ha definito la trasmissione di Iacona un retaggio della tv sovietica.
Cosa si deve rispondere a questi ministri? La cosa migliore che dovrebbero fare è stare zitti. Non si è mai visto in un nessun paese del mondo che un ministro dà giudizi e delegittima trasmissioni televisive. E una delle cose che fa più accapponare la pelle è questa disinvoltura con cui un politico può permettersi di insultare un giornalista che ha un grande pubblico che lo segue. E’ una vergogna ma l’unica reazione possibile per noi giornalisti è continuare a fare il nostro lavoro.
Dopodichè speriamo nel futuro di avere giornalisti migliori ma, sicuramente, politici più degni.
corradino@articolo21.info
Articolo21
22 Dicembre 2024