NAPOLI: Oggi la Spa Arin diventa Acqua Bene Comune
Passa oggi in giunta a Napoli la trasformazione della Società per Azioni Arin in Azienda speciale denominata Acqua Bene Comune Napoli. Si tratta del primo concreto impatto della lettera e soprattutto dello spirito del referendum del 13 giugno che giunge particolarmente benvenuto nel momento in cui la strategia bipartisan riduzionista del significato del voto rereferendario è emersa con grave chiarezza. Infatti, lungi dal riconoscere che il voto del 13 giungno è stato portatore di un significato politico di radicale inversione di rotta rispetto al ventennio delle privatizzazioni, governo di destra e parte dell’opposizione si ostinano a ridurre il voto primaverile all’acqua, insistendo per giunta sul fatto che, con la cancelazione del Decretro Ronchi, l’opzione privatistica, ancosché non più obbligatoria restava percorribile dalle amministrazioni in ogni settore. L’art. 4 della manovra di Ferragosto ha confermato questa lettura e nei prossimi mesi la battaglia per il pieno riconoscimento politico del voto referendario non potrà che essere durissima, tanto sul piano politico quanto su quello giuridico.
Quella di De Magistris a Napoli diventa così la prima amministrazione Italiana a dare pieno riconoscimento al senso politico e non soltanto tecnico del Referendum sull’acqua bene comune. I «benecomunisti» napoletani (così definiti sprezzantemente ieri in un lungo articolo apparso sul Corriere del Mezzogiorno), con la regia dell’ Assessore ai beni comuni Alberto Lucarelli, hanno elaborato uno statuto per Acqua Bene Comune Napoli (ABC Napoli) estremamente innovativo, capace di recepire ogni aspetto del dibattito sulla gestione ecologica e di lungo periodo dei beni comuni.
Si sono così poste le premesse per una gestione dell’ acqua (ma anche dell’ energia rinnovabile) a Napoli tanto partecipata quanto lontana dalla logica del profitto respinta dal popolo italiano col referendum di giugno.
Fra le novità più significative del nuovo statuto c’è la rappresentanza dei lavoratori e degli utentiambientalisti al Consiglio di Amministrazione; il fabbisogno minimo gratuito; il bilancio ed il piano pluriennale partecipato; la pervasività di criterii amministrativi basati su standards ecologici e sociali; il ruolo di coordinamento a cura dell’Assessorato ai beni comuni del rapporto fra Acqua Bene Comune Napoli e la cittadinanza; l’impegno sull’alfabetizzazione ecologica della popolazione.
Con la trasformazione di Arin in ABC Napoli, l’elaborazione di strumenti tecnico-giuridici per una conversione del settore pubblico e la creazione di un’amministrazione partecipata ed autorevole, muove un nuovo significativo passo in avanti.
La produzione di tali modelli alternativi alla logica del profitto e del saccheggio costituisce una vera urgenza terapeutica in un paese in il cancro delle dismissioni e delle privatizzazioni di quanto appartiene a tutti continua a produrre terribili metastasi.
Ugo Mattei
Il Manifesto 23.09.2011
23 Dicembre 2024