Il patto di 350 gruppi per conservare i paesaggi d’ Italia
Mossa anti cemento: censire gli edifici vuoti Il fondatore di Slow Food: «Non si esce dalla crisi tornando a consumare»
Alla fine il «Messia», come qualche oppositore politico ha pensato bene di soprannominare il sindaco di Cassinetta di Lugagnano, Domenico Finiguerra, ce l’ ha fatta e ha messo d’ accordo tutti. Lasciati sfogare in mattinata gli animi degli oppositori più accesi all’ Expo, i partecipanti al forum «Salviamo il Paesaggio» arrivati da tutta Italia ieri pomeriggio si sono seduti a scrivere il progetto di legge di iniziativa popolare a tutela del suolo e del paesaggio, che si prefigge di bissare il risultato ottenuto dai comitati referendari per l’ acqua pubblica. Un progetto che, innanzi tutto, promuove un censimento a tappeto di ogni edificio e capannone vuoto presente nel Paese e una moratoria dei piani regolatori. La crociata contro la cementificazione selvaggia passa da qui. E la raccolta di firme (50 mila) è già cominciata. Finiguerra da un palco singolare, ricavato nel parco pubblico, perché i partecipanti alla convention avevano superato ogni aspettativa e lo spazio comunale non era in grado di ospitarli, ha lanciato un messaggio politico: «Chiediamo ai partiti e alla politica di assumersi le loro responsabilità. Bersani si levi dalla testa di arrivare agli ultimi 100 metri per raccogliere i frutti della maratona del lavoro degli altri, come ha fatto per l’ acqua. Bisogna scegliere. Non si può andare al mattino al convegno di Slow Food e al pomeriggio a quello di Confindustria a parlare di grandi opere. Questo è il territorio che l’ Expo 2015 lo vive sulla propria pelle e sarebbe una vera rivoluzione avere almeno una parte di Expo a cemento zero». A Cassinetta, ieri, c’ erano oltre seicento rappresentanti di 350 associazioni ambientaliste, Italia Nostra, Legambiente, Fai, Europa Nostra, Wwf e Lipu, sindaci di destra e di sinistra. C’ erano l’ assessore all’ Urbanistica di Napoli Luigi De Falco, che ha aderito al Forum invocando l’ «obiezione di coscienza al piano casa», e l’ assessore alla Cultura e all’ Expo del capoluogo lombardo, Stefano Boeri, che ha chiarito cos’ è per la giunta di cui fa parte l’ Expo, cioè «un modo di trasformare Milano in una grande metropoli agricola». Costruire in città sarà ancora possibile «solo rigenerando gli spazi vuoti». Tra i testimonial della battaglia ambientalista è arrivato anche Roberto Ronco, assessore all’ Ambiente della provincia di Torino, che ha vinto la battaglia con la catena Ikea, intenzionata a raddoppiare gli spazi a sud della città del Lingotto. Un tema, quello della salvaguardia del suolo, che più attuale non si può: è da tempo all’ ordine del giorno della Commissione europea, dai cui studi emerge che ogni anno, in Europa, una superficie equivalente a un’ area più estesa di Berlino cede il passo all’ espansione urbana e a infrastrutture di trasporto. Per chi preferisce raccontarlo con i numeri ciò equivale a 275 ettari di terreno erosi ogni giorno, per mille chilometri quadrati all’ anno. La metà di questa superficie è irrimediabilmente impermeabilizzata da edifici, strade e parcheggi. La parola d’ ordine è «usare meno, vivere meglio», ha detto Giulia Maria Crespi, presidente onoraria del Fai, invitando le diverse anime del mondo ambientalista e della società civile a non a farsi la guerra e, invece, a unirsi: «Se c’ è una speranza di salvare questo Paese è la società civile. Dall’ altra parte c’ è moltissima gente che non capisce, che ignora. Quelli che hanno fabbricato le loro case nel greto dei fiumi – ha aggiunto Crespi – secondo me non erano coscienti del pericolo. La gente deve essere informata, deve conoscere». Sacrosanto, ha concluso, chiedere il censimento degli stabili vuoti. «Ma per procedere dobbiamo prendere degli esempi. Uno lo abbiamo in Cassinetta e in questo sindaco che ha dato il là, è riuscito a guadagnare la fiducia dei suoi cittadini e adesso ci proverà ad Abbiategrasso». Salvare il paesaggio, difendere i territori equivale «a conservare né più né meno una civiltà», aveva scritto nel suo messaggio al Forum il giurista Stefano Rodotà. Mentre Carlo Petrini, presidente di Slow Food, (contestato da una frangia più estremista) ha confessato di «vivere un sentimento di impotenza. La parte più debole del Paese sono i contadini, quelli veri. Non si esce dalla crisi tornando a consumare. Dobbiamo, invece, tornare alla terra». Paola D’ Amico pdamico@corriere.it RIPRODUZIONE RISERVATA **** Il movimento Il Forum Ieri è stato presentato a Cassinetta di Lugagnano, nel Milanese, il forum nazionale «Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori» durante un’ assemblea a cui hanno partecipato 350 movimenti italiani per la salvaguardia della terra e del paesaggio provenienti da diciassette regioni. L’ impulso è partito dall’ associazione Slow Food e dal movimento Stop al Consumo di Territorio e da tante altre organizzazioni nazionali (tra cui Fai, Lipu, Legambiente, Borghi autentici d’ Italia, ecc) oltre a migliaia di adesioni fra professionisti, imprenditori e politici L’ obiettivo Lo scopo è coinvolgere il maggior numero possibile di soggetti in una rete che condivida gli stessi valori. Inoltre, si vuole sensibilizzare l’ opinione pubblica sul consumo del suolo libero e fertile, per fermare l’ avanzata di cemento e asfalto Le azioni Le iniziative che il Forum intende avviare per fermare lo scempio del paesaggio italiano sono diverse. Ad esempio, l’ elaborazione di una proposta di legge di iniziativa popolare, la cui bozza è stata presentata ieri all’ assemblea per la condivisione e la discussione. Altro obiettivo è quello di proporre un censimento in tutti i Comuni degli immobili (abitazioni, capannoni, edifici pubblici, eccetera) vuoti e non utilizzati. Inoltre, la promozione di una campagna nazionale di comunicazione e sensibilizzazione
D’ Amico Paola – Corriere della Sera
22 Dicembre 2024