Votata la fiducia al decreto omnibus, ma ai referendum si vota lo stesso
E’ stata votata la fiducia al decreto omnibus (313 voti a favore, 219 voti contrari e 2 astenuti) , in cui sono incluse oltre a una valanga di soldi da dare un po’ a tutti, anche le norme che congelano per un anno la ripresa del nucleare in Italia. Le reazioni politiche parlano di scippo del referendum sul nucleare. Di fatto non è proprio così e il referendum resta intatto e si andrà a votare il 12 e 13 giugno anche per impedire la privatizzazione dei servizi dell’acqua e contro il legittimo impedimento.
In ogni caso, la decisione di abrogare o meno i referendum spetta alla Cassazione e non al Governo. Infatti il decreto omnibus appena votato trasforma in legge la moratoria sul nucleare. Ossia congela tutte le procedure per individuare i siti adatti a ospitare le nuove centrali nucleari poiché prende tempo per ottenere maggiori informazioni sulle misure di sicurezza che saranno adottate. Il rinvio è imprecisato e può però essere revocato in qualunque momento dal presidente del Consiglio. Dunque la legge non risponde direttamente alle modifiche richieste dai quesiti referendari e ecco che il referendum resta intatto.
Spiega Antonio Rispoli su JulieNews:
Non basta modificare la legge che si vuole abrogare per annullare un referendum. C’è bisogno di una modifica che vada nel senso richiesto dai proponenti del referendum. Per cui, dato che i referendum vogliono l’abolizione della legge che decide la costruzione di quattro nuove centrali nucleari, l’unica modifica accettabile è una cancellazione della legge. Se anche il decreto venisse approvato a spron battuto, l’unica cosa che potrebbe accadere sarebbe un cambiamento del testo del referendum, che farebbe comunque la Cassazione, al fine di ottenere lo stesso risultato in caso di vittoria dei sì. Certo, a meno che la Suprema Corte non decida di rovesciare ciò che si fa da 35 anni; ma non ce ne sono i motivi.
23 Novembre 2024