L’obiettivo della campagna pubblicitaria di Mcdonald’s, dal titolo McDStories, lanciata nei giorni scorsi sul celebre social network Twitter, era invitare gli utenti a raccontare storie, episodi e ricordi particolari legati al consumo dei famosi hamburger. I clienti in rete di tutto il mondo hanno accettato l’invito, ritwittando e commentando subito l’hashtag “#McDStories”… peccato però che le vicende postate sul sito di micro-blogging fossero tutt’altro che felici e positive!
Alcuni hanno parlato della scarsa igiene nei ristoranti, altri hanno evidenziato il pessimo trattamento riservato ai dipendenti, altri ancora hanno fatto resoconti dettagliati sui problemi digestivi legati agli ingredienti dei panini, sulle conseguenze sulla salute, e addirittura sulle possibili contaminazioni di crocchette e patatine fritte.
In poche ore, sul profilo Twitter di McDonald’s è arrivata una valanga di messaggi poco lusinghieri, ma l’azienda non si aspettava una tale reazione e, dopo pochi minuti dal lancio dell’iniziativa sul social network, di fronte alla mole di contenuti infamanti, è stata costretta a fare marcia indietro.
“Dopo un’ora – ha detto Rick Wion, direttore della comunicazione tramite social media di McDonald’s – abbiamo capito che non stava andando come speravamo e abbiamo fatto un cambio di rotta”.
Il fatto ha naturalmente destato tante domande e curiosità sulle strategie da adottare per promuovere prodotti discussi come i panini del Mc ed evidenzia ancora una volta come la libertà della rete, e in particolare dei social network, offra a tutti la possibilità di esprimersi. Anche con opinioni negative.
“Lo spazio della pubblicità classica era protetto, non era aperto a contestazioni. Ma quell’epoca è lontana – ha commentato a tal proposito Annamaria Testa, pubblicitaria e saggista – Quando vai sui social network devi accettarne le regole, e la possibilità che tutti possano commentare. Forse McDonald’s ha peccato di superficialità”. Insomma, considerando la reputazione del McDonald’s nel mondo era davvero facile aspettarsi (o quanto meno mettere in conto) una reazione di questo tipo.
“A discapito di McDonald’s – ha aggiunto Marco Massarotto, fondatore e titolare dell’agenzia di comunicazione Hagakure – c’è da dire che su Twitter è molto facile fare passi falsi nell’approccio con i clienti. Ma se chiedi su un social media di raccontare storie su di te, prima devi sondare l’umore dei consumatori. E dopo accettare anche le critiche”.
L’episodio quindi mette in evidenza ancora una volta come il popolo di internet sia particolarmente sensibile ai temi della corretta alimentazione, della salute e dell’etica. E quando viene provocato, risponde a tono!
Verdiana Amorosi
GreenMe
26 Dicembre 2024