Ancora una volta l’Arpat di Pisa certifica che dall’inceneritore di Ospedaletto fuoriescono sostanze altamente cancerogene come diossine, furani ed IPA in misura superiore ai limiti di legge.
Era già successo nel 2010 e di nuovo nel 2011: in quest’ultimo caso entrambe le linee avevano superato i limiti di diossina; tuttavia, senza preoccuparsi dei pericoli a cui veniva sottoposta la popolazione, l’inceneritore non fu spento immediatamente, come stabilisce la normativa di settore, ma fu mantenuto acceso per diversi giorni, così da poter continuare a spargere i propri veleni nell’aria che respiriamo. La violazione delle norme a tutela della popolazione fu denunciata alla Procura della Repubblica di Pisa da alcuni abitanti delle zone limitrofe all’inceneritore, ma ad oggi nessuna risposta è stata data ai querelanti, da cui si può supporre che il procedimento sia stato ormai archiviato; eppure a Pistoia per gli stessi motivi era stata emessa una sentenza di condanna per i gestori dell’impianto di incenerimento.
Nonostante le notorie condizioni penose in cui versava da diversi anni l’inceneritore di Pisa, la riapertura dell’inceneritore fu autorizzata irresponsabilmente dalla Provincia di Pisa ad inizio del 2012, dopo lo sforamento e conseguente chiusura del 2011, vincolandola all’utilizzo in alimentazione di un “mix di rifiuti” creato ad hoc, di modo che fossero i rifiuti ad adeguarsi all’inceneritore e non viceversa.
Per questo motivo oggi ci inquieta particolarmente quanto richiesto da ARPAT nel suo comunicato stampa alla Geofor e cioé di specificare quale fosse il rifiuto bruciato al momento delle misure effettuate sui fumi: credevamo che ciò fosse già sotto controllo!! Intanto a Giugno riprenderà il processo contro TEV VEOLIA sull’inquinamento provocato dall’inceneritore di Pietrasanta, coraggiosamente chiuso dalla Procura di Lucca nel 2010. Dopo Pistoia, dopo Pietrasanta e dopo la sospensione del TAR Toscana all’autorizzazione dell’inceneritore di Scarlino (per non parlare delle vicende ancora in ballo tra TAR e Consiglio di Stato relative all’inceneritore di Castelfranco ed alla discarica di Peccioli), Medicina Democratica chiede alle istituzioni ed alla Procura di attivarsi affinché gli uomini e le donne di questa città possano credere ancora che “ tutela della salute “ e “ giustizia” siano parole che hanno un senso anche a Pisa.
E’ ormai chiaro, dopo tre sforamenti, che il rispetto dei limiti di legge può essere garantito solo dalla chiusura definitiva dell’inceneritore, e riteniamo che non vadano spesi ulteriori soldi per la sua ristrutturazione, in quanto in ogni caso l’incenerimento è nocivo oltre che antagonista alla buone pratiche legate alla raccolta differenziata.
Medicina Democratica sezioni di Pisa, Livorno, Viareggio e Firenze di Medicina Democratica
22 Novembre 2024