Il nuovo Piano d’ambito provinciale di Reggio Emilia prevede per la gestione dei rifiuti un potenziamento della raccolta differenziata e il trattamento meccanico-biologico. Programmato per il 10 maggio 2012 la chiusura del termovalorizzatore di Cavazzoli. Venerdì 3 febbraio, la Giunta provinciale ha approvato il primo passaggio ufficiale verso lo spegnimento dell’inceneritore.
Con l’approvazione il 16 dicembre 2011 da parte dell’Assemblea dell’Ato (Ambito territoriale ottimale) del Piano d’ambito e del successivo Atto di indirizzo per l’attuazione del Ppgr (Piano provinciale di gestione dei rifiuti) gli enti locali della provincia di Reggio Emilia avevano dato il via a un nuovo modello che punta all’autosufficienza in tema di gestione dei rifiuti. Oltre ad un ulteriore potenziamento della raccolta differenziata – che a regime, nel 2014, dovrebbe salire al 67,2%, grazie all’estensione del porta a porta in pianura e della raccolta capillarizzata dalla collina in su – l’Atto di indirizzo individua in particolare un assetto di medio-lungo periodo di tutta l’impiantistica di raccolta, recupero, trattamento e smaltimento dei rifiuti (compreso il Trattamento meccanico biologico, Tmb) che consentirà, tra l’altro, lo spegnimento del termovalorizzatore di Cavazzoli nel maggio 2012.
Venerdì scorso, 3 febbraio 2012, la Giunta della Provincia di Reggio Emilia ha approvato il primo passaggio ufficiale verso lo spegnimento dell’inceneritore di Cavazzoli. Ha infatti concluso favorevolmente la valutazione ambientale dell’ampliamento dell’impianto di compattazione presente nel centro di gestione rifiuti di via dei Gonzaga, che si renderà possibile solo a seguito della chiusura del termovalorizzatore. “Dopo l’approvazione del Piano d’ambito e del Protocollo d’intesa per la realizzazione del Tmb, con l’atto deliberato dalla Giunta si compie un ulteriore passaggio verso la nuova impiantistica e si stabilisce formalmente lo spegnimento dell’inceneritore entro il 10 maggio 2012 – ha commentato l’assessore all’Ambiente della Provincia di Reggio Emilia, Mirko Tutino – Con la raccolta differenziata oltre il 67% nel 2015, una tecnologia di Tmb a massimo recupero della materia e la nascita di un polo per il recupero a Novellara, la Provincia di Reggio Emilia ed i Comuni del nostro territorio hanno definito un assetto di medio-lungo periodo per la gestione dei rifiuti capace di ridurre al minimo la dimensione e gli impatti dello smaltimento e consentire il massimo recupero della materia. Credo che questa sia una strada obbligata per un pianeta in cui è necessario ridurre l’uso delle risorse naturali”.
Cosa prevede il Piano d’ambito
La provincia di Reggio Emilia registra dei livelli di raccolta differenziata molto elevati; nel corso del 2010 si è raggiunto il 58,4%, che rappresenta il miglior dato in regione pur restando al di sotto degli obiettivi fissati dalla normativa nazionale che prevede il raggiungimento del 65%. Ed è proprio per raggiungere quest’obiettivo, implementando soprattutto la raccolta dell’organico, che é stata prevista un’articolazione dei servizi di raccolta differenti per aree omogenee di territorio, diversamente caratterizzate dal punto di vista insediativo e socio-economico.
Il modello prevede l’attivazione della raccolta porta a porta per la frazione organica domestica, per il rifiuto residuo e il verde per circa 210.000 abitanti (ovvero tutti i comuni di pianura) e la diffusione della raccolta capillarizzata (contenitori in strada per plastica, vetro, carta e organico di fianco al cassonetto dell’indifferenziato) in tutti i comuni posti a sud di Reggio, dunque dalla pedecollina in su, con sperimentazioni di porta a porta anche a Felina, Castelnovo Monti e Carpineti. Sono nell’alto crinale (Busana, Collagna, Ligonchio, Ramiseto e Villa Minozzo), rimarrà – ma sarà potenziato – l’attuale sistema di raccolta stradale. Per quanto riguarda in particolare il comune di Reggio Emilia è previsto, invece, un modello misto – porta a porta per oltre 60.000 abitanti e capillarizzata per i restanti 107.000 – secondo il piano di attivazione già approvato dal Comune.
A regime, il nuovo modello gestionale-organizzativo consentirà nel 2014 di arrivare – su una produzione stimata di rifiuti urbani di 410.875 tonnellate – ad una percentuale di raccolta differenziata del 67,2%, pari a 276.129 tonnellate. Resterebbero così da smaltire – tolte 6.747 tonnellate di spazzamento stradale – 128.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati, ai quali provvederà una rete impiantistica suddivisa in quattro poli individuati in aree già destinate a tali scopi, riducendo dunque sensibilmente l’impatto.
I quattro poli impiantistici
Il Polo del recupero è stato individuato per tutta la provincia nell’impianto di Sabar a cavallo tra i territori di Novellara e Cadelbosco Sopra. In questo impianto si potrebbe localizzare due nuovi impianti: uno per il trattamento della carta e della plastica, uno per il compostaggio della frazione verde della raccolta differenziata (sfalci e potature). La discarica di Novellara cesserebbe quindi la sua funzione nel corso dell’anno 2015.
Il Polo del Trattamento sorgerà a Gavassa con la realizzazione del Tmb, dove confluiranno i rifiuti indifferenziati della Provincia (circa 120 mila tonnellate/anno) e che, in futuro, potrebbe ospitare la delocalizzazione delle attività di gestione dei rifiuti speciali attualmente ubicate a Cavazzoli.
Il Polo dello smaltimento è stato localizzare presso l’attuale discarica a Poiatica di Carpineti. Ad essa perverranno le circa 60 mila tonnellate annue di biostabilizzato e di scarti dello smaltimento derivati dal Tmb. L’ampliamento dell’attuale polo di Carpineti ospiterà dunque un materiale secco ed a minore impatto ambientale (per tipologia e quantità) rispetto al rifiuto tal quale che oggi viene conferito.
Ad integrazione di questi tre poli si dovrà localizzare un quarto impianto per il trattamento della frazione organica del rifiuto solido urbano (Forsu) con produzione energetica di biogas. Con l’introduzione della raccolta domiciliare della frazione organica domestica la quantità di rifiuti organici differenziati, infatti, crescerà fino a raggiungere le 30 mila tonnellate e rendendo necessaria la realizzazione di un impianto dedicato. Ad oggi la frazione organica raccolta in maniera differenziata viene trattata nell’impianto di compostaggio di Carpi, per il futuro si renderà necessario sfruttare la migliore tecnologia a disposizione da integrare al compostaggio in un impianto dedicato.
Nella fase di transizione, saranno utilizzate le discariche di Novellara e Poiatica – autorizzate fino al 2015 – mentre l’impianto di Cavazzoli sarà transitoriamente riconvertito in un compattatore per l’avvio in discarica dei rifiuti indifferenziati, fino a quando non sarà attivato il Tmb.
L’impianto di Tmb a Gavassa
Il nuovo impianto di Tmb sorgerà nell’Area produttiva ecologicamente attrezzata (Apea) individuata dal Ptcp della Provincia e dal Psc del Comune di Reggio Emilia a Gavassa, a nord dell’autostrada. “In questo modo – ha dichiarato l’assessore comunale di Reggio Emilia, Ugo Ferrari – non verrà utilizzato suolo agricolo grazie anche alla nuova politica urbanistica che abbatte le rendite fondiarie, rendendo sostenibile economicamente l’investimento in quell’area”. Per quanto riguarda i tempi di realizzazione, l’assessore Ferrari ha ipotizzato “circa un anno e mezzo per la lunga prassi amministrativa che prevede Conferenza dei servizi, Valutazione d’impatto ambientale e variante urbanistica, e un altro anno e mezzo circa per la realizzazione, in carico a Iren, di un impianto che costerà tra i 50 e i 60 milioni di euro”.
Aumento contenuto del costo di gestione
L’Assemblea dell’Ato ha definito le politiche per una equilibrata ripartizione dei costi distribuendo in particolare gli investimenti per il porta a porta su tutti i Comuni della provincia, facendo in modo che le innovazioni contenute nel Piano non vengano pagate solo dalle realtà più virtuose. La Provincia di Reggio Emilia si è impegnata a destinare la quota di incremento dell’addizionale provinciale riscossa nel 2012 rispetto al 2011 a beneficio della copertura di parte dei costi di start up dei nuovi servizi. Grazie anche ad un potenziamento dei controlli anti-elusione, è stato previsto un incremento del costo complessivo della gestione dei rifiuti, nel 2012 rispetto al 2011, comunque contenuto entro il 7,5% e destinato a scendere negli anni successivi.
EcodalleCittà
25 Novembre 2024