Ecco il nuovo Libro Verde Ue “Una strategia europea sui rifiuti di plastica nell’ambiente”. Il Commissario europeo all’ambiente Janez Potočnik ha presentato il rapporto.
Mentre il mercato è ancora dominato per oltre il 99% dalla plastica di origine fossile, vi è un altro mercato emergente e in forte crescita, ossia quello della plastica di derivazione biologica prodotta da fonti rinnovabili. Solitamente le attuali bioplastiche sono a base di amido estratto da mais, riso, canna da zucchero o patate
La denominazione “di origine biologica” viene definita chiaramente dal Comitato Europeo di Normazione (CEN). Tuttavia, i consumatori devono essere informati del fatto che ciò riguarda l’origine della materia prima e non la gestione della fine del ciclo di vita. Sebbene la maggior parte delle plastiche biodegradabili siano attualmente plastiche di derivazione biologica, le plastiche biodegradabili possono essere anche a base di petrolio o una combinazione di petrolio e materie prime biologiche. Inoltre, alcuni biopolimeri, come ad esempio il polietilene (PE) ricavato dal bioetanolo, non sono biodegradabili. La competizione con l’industria alimentare, già ampiamente discussa nel contesto dei biocarburanti, è una questione problematica e molto controversa nell’ambito delle bioplastiche. Un aumento significativo della produzione di materie plastiche biologiche a un livello paragonabile alle plastiche convenzionali potrebbe avere un impatto negativo sulla produzione di colture alimentari utilizzate per produrre materie plastiche di origine biologica. Ciò potrebbe incidere negativamente sulle economie in via di sviluppo e in fase di transizione. E’ stato individuato un legame tra l’aumento dei prezzi del mais successivo a un incremento della produzione di etanolo nel 2008 negli Stati Uniti. Tutto ciò si potrebbe tradurre in un crescente tasso di utilizzo del terreno, un aumento dei prezzi delle materie prime, nonché la perdita della biodiversità, a causa della trasformazione di terreni incolti e foreste in campi, con un incremento del consumo agricolo di acqua e fertilizzanti. Tali considerazioni non riguarderebbero la bioplastica ricavata dai rifiuti agricoli e dai sottoprodotti di colture alimentari o alghe marine.
Domanda:
1) Come deve essere considerata la bioplastica in relazione alla gestione dei rifiuti di plastica e la conservazione delle risorse? L’utilizzo delle bioplastiche dovrebbe essere promosso?
2) Quali azioni diverse da quelle descritte in questo Libro verde sono previste al fine di ridurre i rifiuti marini? Alcune azioni relative ai rifiuti marini dovrebbero essere coordinate a livello europeo (ad esempio promuovendo una giornata europea dedicata alla pulizia delle coste per sensibilizzare l’opinione pubblica?)
3) Nella sua proposta di un nuovo Programma di Azione Ambientale, la Commissione suggerisce di stabilire un obiettivo di ampia riduzione dei rifiuti marini a livelli europeo. Come può la fissazione di tale obiettivo costituire un valore aggiunto alle misure finalizzate alla riduzione dei rifiuti di plastica in genere? Come è possibile raggiungere tale obiettivo?
Di seguito l’introduzione
Lo scopo di questo Libro Verde è promuovere un’ampia riflessione sulle possibili risposte alle nuove sfide poste dai rifiuti plastici, attualmente esaminate solo marginalmente nella legislazione della Ue in materia di rifiuti. Il follow-up al Green Paper sarà una parte integrale della più ampia revisione della legislazione in ambito rifiuti che sarà completata nel 2014.
Questa rassegna esaminerà gli obiettivi esistenti per il recupero dei rifiuti e per le discariche come pure una valutazione a posteriori delle cinque direttive riguardanti varie categorie di rifiuti. Le caratteristiche intrinseche della plastica creano specifici problemi per la gestione dei rifiuti. La plastica risulta relativamente economica e versatile per molte applicazioni industriali, il che ha determinato una crescita esponenziale nel secolo passato, secondo una tendenza che è destinata a continuare. Secondariamente la plastica è un materiale molto durevole, con una vita utile di più rispetto ai prodotti da cui viene ricavata. Perciò, la produzione di rifiuti plastici è in continua crescita nel mondo. La durata della plastica mette inoltre in luce la questione dello smaltimento incontrollato, dal momento che la plastica può rimanere presente nell’ambiente per un lungo periodo di tempo. La necessità di continui sforzi volti a ridurre l’incidenza e l’impatto della plastica sull’ambiente marino è stata messa particolarmente in evidenza al Summit di Rio +20.
Una migliore gestione dei rifiuti plastici infatti non comporta solo nuove sfide, bensì anche opportunità.
Benché la plastica sia un materiale completamente riciclabile – prosegue il testo -, solo una piccola parte di rifiuti plastici viene attualmente riciclata. Un aumento del tasso di riciclaggio contribuirebbe al raggiungimento degli obiettivi fissati nella RoadMap adottata nel 2011 per una Europa efficiente a livello di risorse, oltre a ridurre le emissioni di gas serra e le importazioni di materie prime e combustibili fossili.
Determinate misure finalizzate al riciclaggio della plastica possono inoltre migliorare la competitività, creando nuove attività economiche e posti di lavoro. Questo Libro Verde aiuterà a rivalutare i rischi per l’ambiente e la salute umana derivanti dalla plastica presente nei prodotti che diventano rifiuti, focalizzando l’attenzione su un design sicuro a livello ambientale, funzionale e chimico e dando il via a una riflessione su come affrontare il problema dello smaltimento incontrollato dei rifiuti plastici e marini.
Sarebbe inoltre importante portare avanti la questione dell’internalizzazione dell’impatto esercitato dal ciclo di vita sui costi dei prodotti plastici, dall’estrazione della materia prima fino alla fine della vita utile.
La commissione dà vita a questa consultazione per raccogliere i fatti, valutare gli interessi e raccogliere le opinioni di tutte le parti coinvolte in un fenomeno multisfaccettato.
Sono ben accetti commenti sui vari aspetti presenti nel documento.
Dopo ogni sezione dedicata alle diverse opzioni strategiche, sono riportare le domande specifiche.
Gli stati membri, il Parlamento Europeo, il Comitato Economico e Sociale Europeo e tutte le altre parti interessate sono invitate a sottoporre le loro idee riguardo i suggerimenti presentati in questo Libro Verde. I contributi dovrebbero essere inviati a uno dei seguenti indirizzi da far pervenire in ultimo alla Commissione attraverso… /…/
E’ importante sottolineare infine che la maggior parte dei riferimenti in questo testo si basano su dati ricavati dalle statistiche ufficiali fornite da EUROSTAT e EEA.
Trduzione a cura di *Legnani Traduzioni (Valentina Legnani)
Greenreport
24 Novembre 2024