Intervista ad Ivan Stomeo, delegato Anci a Rifiuti ed Energia: “I Comuni si aspettano un Accordo che guardi non solo alla corretta, efficace, efficiente e trasparente gestione dei rifiuti di imballaggio ma che contenga anche elementi per stimolare la riduzione degli imballaggi e una loro differente progettazione affinché si aumenti la loro riciclabilità”
Come vi state preparando alla trattativa per il nuovo accordo quadro Anci – Conai?
ANCI ha già costituito un gruppo di lavoro, preliminare al confronto con la controparte, e con l’obiettivo di analizzare le principali criticità emerse nell’attuazione del vigente accordo. Gli obiettivi sono una semplificazione sia procedurale, che dei passaggi, oggi per alcune filiere farraginosa. In questo quadro un elemento fondamentale per i Comuni è la conoscenza di tutti i passaggi a cui sono sottoposti i rifiuti prodotti dai cittadini (dalla raccolta all’effettivo riciclo), dei costi sostenuti dal sistema, dai ricavi e delle quantità Non è una richiesta estemporanea ma per i Comuni un obbligo di legge, laddove la Direttiva Europea 94/62/CE sugli imballaggi (e rifiuti di imballaggio) impone, in applicazione del principio del “chi inquina paga”, la responsabilità solidale di tutti gli attori che a vario titolo contribuiscono alla gestione dei rifiuti di imballaggio. In questo quadro un ruolo importante è attribuito senza dubbio a chi immette al consumo gli imballaggi ma analogamente anche a chi contribuisce alla gestione di quegli stessi imballaggi una volta divenuti rifiuti, primi fra tutti i Comuni che quei rifiuti sono obbligati a raccoglierli in modo separato, al fine non solo di contribuire a raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata, ma anche e soprattutto quelli di effettivo riciclo.
I Comuni, in rappresentanza dei cittadini consumatori (che non solo o sostengono con il prezzo di acquisto parte del costo del fine vita degli imballaggi, ma con la TARI contribuiscono nuovamente alla gestione del fine vita dei rifiuti e dei rifiuti di imballaggio), hanno l’obbligo di partecipare anche alla pianificazione delle scelte e non solo subirle, anche laddove queste scelte sembrerebbero per legge essere affidate solo al CONAI.
Da un punto di vista operativo, a breve ANCI lancerà una consultazione nazionale, mediante una piattaforma on-line, cui auspico vi sia una grande partecipazione non solo dei Comuni ma anche di tutti i portatori di interesse: associazioni di categoria, associazioni ambientaliste, operatori del settore e finanche singoli cittadini.
Oltre alla delegazione trattante, che nei prossimi giorni verrà formalmente costituita, ci sarà un tavolo permanente intorno al quale siederanno Enti, Associazioni e professionalità che aiuteranno e sosterranno l’Anci e la sua Commissione Ambiente a definire la nostra piattaforma per il nuovo accordo.
L’obiettivo di ANCI è un accordo trasparente e partecipato.
Quali sono i punti più importanti che ritenete rivedere rispetto all’attuale accordo?
Oltre a quelli che sinteticamente dicevo prima, i Comuni si aspettano un Accordo che guardi non solo alla corretta, efficace, efficiente e trasparente gestione dei rifiuti di imballaggio – questo è il minimo già imposto dalla legge – ma che contenga anche elementi per stimolare la riduzione degli imballaggi e una loro differente progettazione affinché si aumenti la loro riciclabilità. In questo quadro al prossimo governo chiederemo un messaggio forte sulla riduzione dei rifiuti e in particolare dell’usa e getta.
Sempre in tema di trasparenza vi è la questione della terzietà delle analisi merceologiche, che l’attuale Accordo non ha affatto risolto. In quest’anno ci siamo scontrati con COREPLA, che da sola muove la gran parte delle analisi merceologiche previste nell’Accordo Quadro sia in termini di quantità che di costo complessivo: purtroppo non siamo riusciti ad incidere significativamente sull’attuale sistema. Il vigente accordo prevede infatti che sia COREPLA ad affidare le analisi e nell’interlocuzione con ANCI il consorzio ha ritenuto di interpretare rigidamente il testo sottoscritto, piuttosto che risolvere effettivamente il problema della terzietà. Essendo per ANCI un tema centrale, peraltro non limitato alla plastica, pretenderemo che tutte le analisi merceologiche previste nel prossimo Accordo siano realizzate mediante un sistema effettivamente terzo e condiviso, sia per la scelta dei fornitori, che non possono non seguire regole di evidenza pubblica, che per le procedure operative. Oggi è davvero irrituale che lo stesso soggetto che paga il contributo – il Consorzio, controlli anche chi quel contributo permette di erogarlo, attraverso le analisi merceologiche.
Non meno importante è il tema delle deleghe; aspetto forse un po’ troppo tecnico per essere compreso fino in fondo dai Comuni, che però, in particolare in alcune aree del nostro territorio hanno un effetto deresponsabilizzante per le Amministrazioni.
Tra i materiali provenienti da raccolta differenziata, quello che presenta maggiori criticità di gestione è la plastica. Nella cornice dell’accordo ci sono leve su cui agire per aiutare la filiera?
E’ indubbio che i Comuni devono migliorare la qualità della raccolta differenziata della plastica e devono farlo limitando il più possibile costosi e impattanti interventi impiantistici, ma oggi diventa sempre più difficile poter spiegare al cittadino che un buon 40% degli imballaggi raccolti in modo differenziato non essendo riciclabili vengono avviati a recupero energetico.
ANCI non ha dimenticato l’emergenza della scorsa estate: impianti stracolmi, rifiuti che girano l’Italia e non solo, incendi, aumento dei costi di gestione sia per Corepla che per i Comuni. Benché se ne parli meno il problema è tutt’altro che risolto.
Lo straordinario strumento che aveva il CONAI per la modulazione del CAC in base all’effettiva riciclabilità degli imballaggi è stato in gran parte vanificato dalla sua prima applicazione. Ma credo che quest’anno possa servire per trarre qualche conclusione e aggiustare il tiro.
Io spero che il CONAI e COREPLA abbiano voglia di affrontare insieme ai Comuni anche questi temi.
Stando a quanto riportato da un recente articolo de ilfattoquotidiano.it, le multiutility chiedono a Corepla una “sovvenzione da 80 euro a tonnellata per gli imballaggi plastici buttati dai cittadini nell’indifferenziato e bruciati o comunque trattati per lo smaltimento”. Sareste disposti a trattare una richiesta di questo tipo?
Ognuno è libero di fare gli esercizi che vuole ma la contrattazione vera sarà tra il Conai e l’Anci, questo lo stabilisce la legge.
Le multiutility, alla pari dei tanti stakeholder, saranno auditi nel tavolo permanete al quale potranno portare il loro contributo, ma come Anci non siamo disposti a trattare una eventuale richiesta di questo tipo. Incenerire va nella direzione contraria di un’economia circolare.
Per incenerire meno però c’è bisogno che beni e imballaggi siano progettati per essere effettivamente riciclabili e intendo dire che lo siano perché c’è tecnologia per selezionarli e per riciclarli e adeguate quantità per rendere il processo industrialmente conveniente. Se non ci sono questi tre fattori si continuerà purtroppo a incenerire.
Giuseppe Iasparra – Eco dalle Città
24 Dicembre 2024