Troppe risorse in fumo. Maglia nera a Italia su RAEE
BRUXELLES – Troppe risorse preziose come cotone, litio e alluminio, contenute in materiali regolarmente importati dall’Ue e ampiamente riciclabili dai rifiuti, ancora finiscono in fumo negli inceneritori o interrati nelle discariche. A fare il punto è l’ultimo rapporto di Friends of Earth Europe, secondo cui l’Unione europea ancora incenerisce o interra il 60% dei suoi rifiuti urbani perdendo definitivamente materiali preziosi. L’Italia, in particolare, è il fanalino di coda della Ue per la raccolta e il riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici: 4 Kg a testa recuperati all’anno contro i 18,3 Kg immessi nel Paese. Se l’Europa vuole diventare veramente ‘a rifiuti zero’, accanto a target più elevati di riciclo Bruxelles deve definire anche target per il riuso e la prevenzione della produzione di rifiuti. Ecco alcuni dati del rapporto:
– ALLUMINIO. Con il declino della produzione e nonostante elevati livelli di riciclo, ogni anno l’Ue importa quasi 15 milioni di tonnellate di bauxite. L’impiego di alluminio continua a crescere: dal 1980 al 2008 il consumo industriale è passato da 14 kg a 22 kg pro capite. In Paesi come Francia e Regno Unito il consumo di metalli è sceso, mentre in Italia e Spagna è salito. In Europa il tasso di raccolta di tutte le confezioni in alluminio è intorno al 50%, in linea con le regole comunitarie, ma non è abbastanza. La lattina per le bevande è il contenitore più riciclato: in Belgio, Finlandia, Germania, Svizzera e Norvegia arrivano a riciclarne il 90%.
– BATTERIE AL LITIO. Il litio (Li) è il materiale più leggero sul Pianeta ed è particolarmente efficiente nel convertire energia chimica in energia elettrica, con il maggiore potenziale per lo stoccaggio dei sistemi energetici del futuro. La sua domanda è in continuo rialzo, specie per quanto riguarda la produzione di batterie ricaricabili, impiegate in cellulari, sistemi di stoccaggio e veicoli elettrici (ibridi). La grande maggioranza del litio consumato in Europa però viene incenerita a causa dei tassi molto bassi di raccolta e di una legislazione sui rifiuti carente. Secondo le stime, le batterie agli ioni di litio raccolte nell’Ue sono circa il 5% di quelle immesse sul mercato. L’Ue ha regole che riguardano la raccolta, il riciclo e il trattamento delle batterie, che dovranno arrivare ad almeno il 25% entro la fine di settembre 2012 e al 45% entro settembre 2016. Ma legislazione europea non si occupa nello specifico di batterie al litio.
– COTONE. Solo per quanto riguarda i vestiti ogni anno in Ue finiscono nella spazzatura 5,8 milioni di vestiti, dei quali solo un quarto viene riciclato da imprese o va in beneficenza. Il resto si getta in discarica o nell’inceneritore, senza possibilità di riciclare e riusare cotone e tessuti vari in essi contenuti. In un Paese come la Gran Bretagna, per esempio, la stima è che il 31% dei vestiti finisca nella spazzatura, cioé circa 350mila tonnellate di abiti usati, per un valore di circa 180 milioni di euro, ogni anno. In media almeno la metà dei vestiti gettati via può essere riusato, mentre il 20-25% può essere impiegato per il lavaggio dei vestiti e un 20-30% come materia prima secondario da altre industrie. Il riuso dell’abbigliamento è più amico dell’ambiente del riciclo: per ogni tonnellata di cotone delle t-shirt reimpiegato, si risparmiano 12 tonnellate di CO2 equivalente. Senza contare le risorse per produrre una maglietta: la stima è che una t-shirt impieghi 2.700 litri di acqua, più i pesticidi per la coltura del cotone.
ANSA Chiara Spegni
22 Novembre 2024