Ri-prodotti, Revet presenta i primi risultati della sua nuova strategia di azione

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revet Per valutare le performance nella filiera dei rifiuti è necessaria abbandonare i numeri sulle raccolte differenziate e passare a valutare quanto materiale effettivamente viene riciclato e trova una collocazione poi sul mercato come ri-prodotto. Oltre a imporcelo l’Europa con le nuove normative di settore, ce lo consiglia anche il buon senso se vogliamo ragionare in termini di vera sostenibilità ambientale.
Le indicazioni per raggiungere i traguardi posti dalla direttiva 98/2008, già recepita dal nostro Paese, sembra che vengano proprio dalla Toscana. L’azienda Revet Spa leader nella nostra regione delle raccolte differenziate multimateriale (vetro, plastica, lattine di alluminio, barattoli di acciaio, tetrapack), ha adottato una nuova strategia di azione che dovrebbe rilanciarla sul piano regionale e nazionale.
«Non siamo qui a dire quello che vorremmo fare- ha dichiarato il presidente di Revet Valerio Caramassi- ma ad illustrare quello che abbiamo già fatto. Cioè abbiamo un nuovo assetto societario e abbiamo realizzato dei prodotti da plastiche riciclate che troveranno un mercato in Toscana». Già nell’ottobre scorso Revet ha elaborato un nuovo Piano industriale per 11 milioni di investimenti, metà dei quali finalizzati alla ricerca sui materiali (sono stati fatti accordi con Univesità di Pisa, Pontech e Pont-lab), al riciclaggio e alla ri-produzione di manufatti derivati dalla raccolta differenziata delle plastiche (arredamenti per esterni; particolari per automotive; pannelli fonoassorbenti; profilati cavi per prefabbricati; pallet).
Quindi l’azienda si è mossa andando a sondare gli ambiti in cui le plastiche eterogenee provenienti da riciclaggio meccanico, avessero uno sbocco, ed un utilizzatore finale (sono già in corso trattative avanzate con Piaggio e con Sat). «Noi utilizziamo il plasmix- ha ripreso Caramassi- cioè plastiche eterogenee che sono oltre il 50% di tutte le plastiche e sono tra l’altro in aumento coma materiale proveniente da raccolta differenziata. In Europa questo materiale viene inviato sostanzialmente a recupero energetico, nessuno lo ricicla; questo rappresenta un valore aggiunto di quanto stiamo realizzando in Toscana anche attraverso la ricerca per l’innovazione di processo».
Revet la scommessa la vuol vincere con le proprie forze, sul mercato, e quindi è necessario avere le “spalle larghe”. A tal fine l’azienda ha intrapreso un’opera di allargamento della sua base sociale coinvolgendo altri partner pubblici, pubblico-privati e privati. Le quattro aziende “storiche” (Quadrifoglio, Sienambiente, Publiambiente e Geofor) che costituivano il nucleo fondamentale della società hanno dato vita ad un processo di aggregazione mai registratosi in Toscana nel settore. Piano industriale e nuova dimensione sociale di Revet hanno convito Fidi-Toscana, la finanziaria della regione, ad entrare direttamente  nel capitale sociale come azionista di maggioranza relativa con un investimento da 4 milioni di euro. La nuova composizione societaria, raggiunta attraverso una cessione di quote ed aumento di capitale è così costituita: Geofor (12,07%) Publiambiente (12,07%); Quadrifoglio (12,07%); Sienambiente (12,07%); Idealservice/Coop (7,15%) Aerre (12,07%); Multieco (10,72%); Fidi Toscana (20,00%) Rea (0,36%); Asiu (0,36%) Safi (0,36%) Lonzi Metalli (0,71%. L’obiettivo della “nuova” Revet che oggi serve circa 235 dei 287 comuni toscani e raccoglie e recupera circa 120.000 tonnellate anno di materiali ed occupa circa 200 persone, è quello di consolidarsi come azienda toscana della green economy, fornire nuovi posti di lavoro, mettere a disposizione dei produttori finali i propri semilavorati e «rappresentare un eccellenza del sistema Toscano basato sulla qualità, con ambizioni di andare oltre il mercato della nostra Regione» come ha sottolineato il presidente di Quadrifoglio Giorgio Moretti.