Mentre a Capannori si è costruita un’eccellenza nazionale che ha portato vantaggi ecologici, economici, sociali ed occupazionali, a livello regionale viene presentato, proprio a Capannori, un modello che và in direzione opposta, con obiettivi di raccolta differenziata spostati di 8 anni rispetto agli obblighi minimi di legge. L’obiettivo 65% doveva infatti già essere raggiunto da tutti entro la fine del 2012. La regione Toscana invece di aumentare le penalità per chi è inadempiente e puntare a raggiungere l’obiettivo quanto prima, lo rimanda incomprensibilmente al 2020. Nello stesso piano sono presenti anche impianti di smaltimento che la strategia Zero Waste vuole invece superare definitivamente.
Se la Regione ci tiene a puntare sulla sostenibilità ambientale come in questi anni è stato fatto a Capannori, elimini gli inceneritori dalla propria pianificazione, anticipi l’obiettivo del 65%, si impegni per la riduzione dei rifiuti e apra alla possibilità del trattamento a freddo per la parte residua come chiede il movimento Rifiuti Zero.
Sindaco ed Ercolini chiedano con forza alla Regione di assumere queste linee di indirizzo altrimenti non si capirebbe più quali sono le priorità, si alimenterebbero le ambiguità e si metterebbe in discussione un modello che tutta Italia ha preso a riferimento perché fortemente alternativo alle impattanti politiche di smaltimento dei rifiuti.
Ci preoccupa non poco, infine, leggere da indiscrezioni della stampa che a Pontedera si pensa di raddoppiare la potenzialità dell’impianto di compostaggio, assorbendo anche le quantità della lucchesia. Capannori ha deciso di rinunciare definitivamente a questa grande opportunità per il territorio? Se così fosse chi lo ha deciso? Ci auguriamo che non sia così perché il territorio ne pagherebbe in mancati posti di lavoro, in mancato guadagno dalla filiera del riciclo ed in maggior trasporto dei materiali.
Sinistra per Capannori
22 Novembre 2024