Salvare le Apuane. Chiudere le Cave. Seminario Lucca 8-9 Febbraio

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Salvare le Apuane. Chiudere le Cave. Seminario Lucca 8-9 Febbraio

salviamo apuaneLa questione e il caso Apuane…
La questione e il caso “Apuane” sono sul tavolo di lavoro di chiunque voglia cambiare il mondo. Lo sforzo di tanti, in questi 2, 3 anni ha prodotto una riflessione e un’evoluzione culturale e strategica rispetto ad esse davvero importante. Oggi, l’argomento non è più il pianto per le Apuane (la “pietà”) ma è il riscatto. L’azione congiunta di tanti, unita alla chiarezza di obbiettivi –la chiusura delle cave- ha prodotto una situazione magmatica, dinamica da cui può uscire, per la prima volta nella storia, la cosiddetta opzione zero, cioè la chiusura delle cave e la costruzione dell’alternativa economica ed occupazionale che sostituisca la monocoltura del marmo, ovunque nelle Apuane. Questo processo, questa materia plastica necessita di una prospettiva a medio termine –almeno un biennio- entro cui dovremo impostare e, laddove possibile, cogliere una serie di obbiettivi intermedi verso l’obbiettivo finale.
Dobbiamo, nello specifico:
1.    Superare ogni reticenza e distinguo rispetto alla questione opzione zero, cioè la chiusura totale delle cave e la fine della monocoltura del marmo.
2.    Raccogliere fisicamente e progettualmente le forze che già si muovono nell’agricoltura, nel turismo, nel commercio, nei servizi, nel campo dell’alternativa economica al marmo e dare a questo settore uno slancio più forte per farne una rete efficace e moltiplicarne gli agenti.
3.    Progettare, nel dettaglio, lo sviluppo economico alternativo, sociale, di vita, comunitario della terra apuana, non temendo di rappresentare un’avanguardia nella reazione alla distruzione del pianeta Terra.
4.    Praticare l’alternativa economica, gestionale, finanche finanziaria, nel rapporto, delineato nel PIPSEA, fra le Apuane e le Città che fanno loro corona, costruendo, nello scambio commerciale, agricolo, artigianale, dei servizi un nuovo superamento del conflitto città-campagna.
5.    Innalzare enormemente il livello, spaziale, culturale, politico, spirituale/morale della nostra battaglia, individuando nell’Europa, lo spazio, nel coinvolgimento dei media, del mondo giornalistico, editoriale, dell’arte europeo e dei parlamenti, governi, corti di giustizia europee, gli interlocutori culturali e politici, nell’allargamento a quanti hanno visioni alternative rispetto al Creato, dalle grandi religioni alle culture dei popoli nativi, l’ambito spirituale, in senso laico, della nostra azione.
6.    Portare il più grande disastro ambientale d’Europa alla coscienza d’Europa e del Mondo, all’Unesco, in particolare.
7.    Praticare embrioni di governo diretto delle nostre comunità, la ricostruzione di comunità, la costruzione di nuovi valori economici culturali rispetto ai valori economici materiali, a partire dal denaro.
8.    Portare le Apuane nel mondo della decrescita felice, facendone il laboratorio delineato con il Documento “Un colpo d’ali…”.
Per fare questo…
Per fare questo abbiamo bisogno di costruire sia le azioni che smontano il vecchio mondo, quello della distruzione e della devastazione, sia le azioni che edificano il nuovo che sarà come si vorrà.
Le Apuane hanno bisogno di tante intelligenze, di visioni, di sogni, di utopie; quelle stesse che hanno cambiato, diventando improvvisamente concrete, il mondo nella lunga evoluzione dell’Umanità. E’ una battaglia di chiunque abbia gli occhi alzati al cielo, che guardano la Luna e non il dito che la indica.
Dovremo:
1.    Costruire un Dossier Apuane che faccia arrossire la culturale Toscana nella sua vergogna, che imbarazzi l’Europa nella sua civiltà, che fiacchi l’arroganza dei funzionari burocrati di Bruxelles che rispondono con articoli di legge a chi scrive di dolore dei monti e di chi ci vive.
2.    Costruire una “Proposta di Legge per la riconversione economica della monocoltura del marmo nel distretto delle Alpi Apuane, Nord Toscana, Italia”.
3.    Attivare, da subito, un processo economico alternativo che costruisca, in termini di posti di lavoro, un potenziale pari ai posti dismessi con la chiusura delle cave, nel corso di pochi anni.
4.    Mostrare al mondo il carattere di Ecocidio del disastro delle Apuane e denunciarne i responsabili al Tribunale internazionale dell’Aja, una volta ottenuta una normativa che introduca il reato di ecocidio nella legislazione europea.
5.    Presentarci come “parte civile”, in quanto popolo apuano danneggiato, al processo che si aprirà dopo le inchieste della Magistratura, cui dobbiamo manifestare, con forza e a livello di massa, la nostra vicinanza.
6.    Portare fisicamente nelle Apuane, a visitare il disastro, dopo avere portato il Dossier Apuane nelle loro sedi, il Presidente Giorgio Napolitano, il Presidente della Commissione Europea, il Pontefice Francesco.
7.    Coinvolgere l’opinione pubblica interessata alla “bellezza”, attraverso momenti alti (convegni, incontri, manifestazioni, flash mob, azioni del tipo “Aeliante”, investendo le città d’Italia e d’Europa).
8.    Chiamare a raccolta gli amici nelle televisioni, giornali e, soprattutto, nel web per far dilagare l’orrore apuano.
9.    Utilizzare i momenti di visibilità, dal Centenario di Michelangelo ad Expo 2015, per evidenziare, sconvolgendo i piani degli organizzatori, introducendo il concetto di “immoralità”, anticultura, barbarie nell’escavazione e nella “civiltà monocolturale” del marmo.
10.    Infine, superare il confine, e dire, al mondo, l’indicibile e cioè che le Apuane possono esistere senza le cave, e che si apre, qui ed ora, un altro mondo possibile per le Alpi Apuane, senza la disgrazia del marmo.
L’obbiettivo sarà racchiudibile…
L’obbiettivo sarà racchiudibile nella nuova titolazione del Gruppo facebook che dovrà assumere un nome più lungo, che contiene le prime due fasi della storia del riscatto delle Apuane: “Salviamo le Apuane, chiudiamo le cave”.
Il Seminario Programmatico di Lucca, dell’ 8 e 9 febbraio 2014, affronterà, a questo livello, le questioni. Parlerà di lavoro, di azioni, di contatti, di coinvolgimenti, di relazioni, di reti concrete. Assumerà come dogma la “concretezza del sogno”, come obbiettivo la fine del disastro.
Vi chiediamo di coinvolgere…
Vi chiediamo di coinvolgere intelligenze, volontà, risorse, energie, idee, progetti, programmi, pensieri. Che cento fiori sboccino nell’arena unitaria, come farmaci veri, efficaci alla malattia dei monti da cui siamo nati. Un’arena che si apre, il 25 e 26 ma che si chiuderà solo quando le Apuane saranno salvate (nel senso indicato dalla Carta delle Apuane).
Venite in tanti, portate le idee…
Venite in tanti, portate le idee, come esse sono, come le avete pensate. Non portate polemiche, non le faremo attecchire.
Il Seminario avrà momenti di relazione introduttiva su almeno queste tematiche:
1.
“Quando gli indico il cielo con un dito, lo sciocco guarda il dito”. Innalzare e allargare all’Europa ed al Mondo la nostra battaglia ed il lamento delle Alpi Apuane. Azioni, campagne, web, convegni, incontri, manifestazioni, film, media, ecc. ecc. al livello del più grande disastro d’Europa.
2.
“Superare il conflitto fra montagna e città”. Raccogliere e costruire la rete economica e finanziaria fra le aziende agricole, pastorali, artigianali, dei servizi e il potenziale mercato alternativo delle città toscane, liguri e emiliane. Attivare la progettazione turistica sulle Apuane e coinvolgere la rete delle agenzie turistiche.
3.
“Dotiamo la nostra lotta degli strumenti adeguati”. Redigere il Dossier Apuane e la “Proposta di legge europea e italiana per la riconversione economica della monocoltura del marmo nel distretto delle Alpi Apuane, Nord Toscana, Italia”.
4.
“Il più grande disastro ambientale d’Europa”. Organizzare campagne di firme, di pressione, iniziative di coinvolgimento perché sui tavoli dei Capi di Stato, dei Presidenti, dei Capi delle Religioni, dell’Unesco e dell’ONU arrivi il disastro apuano.
Per questo…e non permeno…
Al Legato Pontificio che, nel film “Mission” gli illustrava la potenza e la forza di pressione delle Corti europee che chiedevano la chiusura delle missioni gesuitiche sopra le cascate dell’Iguazù, fra gli indios Guarany, padre Gabriel, forte della sua formidabile volontà e della ragione dei giusti, rispose: “…ma, Santità, sarà questo che ci fermerà?”.
Salviamo le Apuane
25-26 gennaio 2014 , Lucca
Seminario Programmatico “Chiudiamo le cave di marmo”.
https://www.facebook.com/events/728954120450260/