Seminare alberi per coltivare futuro, al via a Capannori la piantumazione di centinaia di nuovi alberi

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P1080315P1080316PROGETTO “ARBOR POPULI”: PIANTATI CIRCA 550 PIOPPI BIANCHIPER LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE
Stamani il primo sopralluogo di Comune, Provincia e Cra  di Casale Monferrato. I primi esemplari a Lunata, ma il Comune prossimamente ne metterà a dimora altri anche a San Colombano e a Guamo.
Circa 550  pioppi bianchi (Populus alba), che nella Piana di Lucca hanno una consolidata tradizione, sono stati messi a dimora sul territorio capannorese grazie al progetto ‘Arbor Populi’ promosso dal Comune di Capannori in collaborazione con  la Provincia di Lucca e il Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura) di Casale Monferrato.
Un progetto pilota molto importante a livello nazionale con l’obiettivo di contribuire alla salvaguardia ambientale e paesaggistica. Questa specie di pioppo, infatti, è particolarmente idonea a costituire boschi intorno ai centri abitati per migliorare la qualità dell’aria e recuperare i terreni agricoli abbandonati. L’incentivazione dell’arboricoltura da legno fornisce anche un importante contributo al recupero ambientale di aree attualmente soggette a degrado e abbandono.
La piantumazione degli astoni di pioppo bianco di un anno (il costo totale per la mes
sa a dimora è di 16 mila euro)  è già iniziata in una delle due aree individuate dal progetto, quella in località ‘Corte Borghetto’ nella frazione di Lunata, una superficie agricola incolta di proprietà comunale di 10.030 metri quadrati, di cui 7.053 oggetto di impianto, dove sono già stati piantati circa 550 pioppi di varietà originaria del territorio lucchese.
Proprio in quell’area stamani (giovedì) l’assessore all’ambiente del comune di Capannori, Alessio Ciacci, insieme all’assessore all’ambiente della Provincia di Lucca, Maura Cavallaro, a Enrico Cecchetti, ideatore del progetto e al rappresentante del Cra, hanno compiuto un sopralluogo per vedere da vicino la nascita della prima nuova piantagione di pioppi bianchi a Capannori.
“Un altro passo concreto nella direzione della sostenibilità e della salvaguardia ambientale – dichiara l’assessore all’ambiente del Comune, Alessio Ciacci -. Grazie al progetto ‘Arbor populi’ intendiamo dare un importante contributo al ripristino di questo tipo di coltivazioni arboree caratteristiche del nostro territorio, con importanti benefici sia dal punto di vista paesaggistico, sia della qualità dell’aria”.
Al giorno d’oggi la tutela dell’ambiente è sempre più importante – dichiara l’assessore provinciale all’ambiente, Maura Cavallaro -. In questo senso una grande rilevanza viene assunta dalla presenza degli alberi che contribuiscono a rendere l’aria più salubre. E’ questo uno dei motivi principali per cui la Provincia ha deciso di essere parte attiva in questo progetto”.
Negli ultimi decenni lo sviluppo della Piana di Lucca ha modificato il territorio dal punto di vista paesaggistico con la conseguente riduzione delle aree tipiche, caratterizzate soprattutto dalle pioppete – aggiunge Enrico Cecchetti -. Da qui nasce l’idea di ‘Arbor populi’, che si propone di ricreare queste zone che incrementeranno la qualità dell’ambiente e che saranno utili per la vita sociale e ricreativa”.
L’amministrazione comunale ha già individuato altre due aree dove, prossimamente, saranno piantati altri pioppi: a San Colombano vicino al cimitero nuovo di Marlia e a Guamo.
I rimboschimenti con populus alba nell’area della Piana sono particolarmente adatti grazie alle caratteristiche del clima, un regime temperato,  con una media delle precipitazioni inferiore a 1.000 mm l’anno e le caratteristiche pedologiche, ovvero per la presenza di un suolo  composto prevalentemente di sabbie e limi.
Ma c’è un terzo importante obiettivo di Arbor Populi,  che riguarda le caratteristiche genetiche del materiale impiegato: si vuole infatti verificare la disponibilità di popolamenti autoctoni idonei alla produzione di materiali di propagazione di elevata qualità per salvaguardare gli ecotipi locali. A questo proposito da evidenziare che il Centro di Casale Monferrato conserva ben 38 cloni classificati come provenienze del territorio oggetto di studio.
Capannori, 29 aprile 2010