Una tangente di 58.650 euro per l’acquisto di un sensore per il monitoraggio delle corse dei treni: solo una piccola parte del “tesoretto” di mazzette scoperto oggi in Sicilia.
Quella stessa Sicilia in cui le autostrade sono impraticabili, i viadotti appena inaugurati crollano, i trasporti pubblici sono inesistenti.
Regione che dovrebbe essere traino ed esempio dello sfruttamento positivo del turismo in Italia, grande risorsa economica che non siamo in grado far fruttare.
E come potrebbe essere altrimenti, se chi arriva in Sicilia non può neppure spostarsi da un posto all’altro?
“Peggio ancora” afferma Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia “tutto ciò succede quando, contemporaneamente, si discute nel governo di come far sorgere le “smart cities”, sviluppare modelli di viabilità sostenibile e diffondere banda ultra larga. Oltre il danno la beffa, insomma: un Paese che vorrebbe proiettarsi nel futuro, ma che invece non riesce neppure a scrollarsi di dosso il suo peggior passato.”
Quando ci troveremo per l’ennesima volta a parlare di competitività dell’Italia nel mondo, pensiamo al tempo di percorrenza necessario per arrivare da Palermo a Catania (più di 3 ore per 225 km, dice Google) e al perché siamo così indietro rispetto al resto d’Europa. Pensiamo a quanto hanno pesato questi 58.650 euro di tangente e, in definitiva, chiediamoci se forse non sia colpa della corruzione se, i giovani italiani devono andare a cercare lavoro all’estero invece che investire il proprio capitale di competenze in Italia.”
Per maggiori dettagli l’articolo di Repubblica
22 Novembre 2024