L’energia verde è spesso finita sotto accusa per essere sostenuta da un eccesso di incentivi pubblici, ma raramente questo “luogo comune” è accompagnato a dati comparativi con i sussidi elargiti al settore energetico fossile. Altrimenti le accuse si scioglierebbero come neve al sole.
Nel mondo, infatti, sono erogati 88 miliardi di dollari di incentivi per le fonti pulite, a fronte di 630 per le fonti fossili. La stima, riferita al 2012, è dell’International Energy agency, che evidenzia la crescita delle sovvenzioni alle fonti fossili rispetto agli anni precedenti: erano 523 nel 2011 e 412 nel 2010.
Per l’Italia Legambiente ha calcolato che nel 2011 i principali sussidi diretti siano stati oltre 4,52 miliardi di euro (distribuiti agli autotrasportatori, alle centrali da fonti fossili e alle imprese energivore) e 4,59 miliardi di euro quelli indiretti (finanziamenti per nuove strade e autostrade, trivellazioni…). Sono quindi oltre 9 miliardi di euro, i sussidi che ogni anno vanno alle fonti fossili, che per l’associazione ambientalista il governo italiano si dovrebbe impegnare a tagliare.
«Devono essere eliminati tutti i sussidi diretti e indiretti alle fonti fossili visto che il loro utilizzo è la principale causa dei cambiamenti climatici», ha dichiarato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente. Alla conferenza Onu di Doha sui mutamenti climatici è stato ribadito che fermare la crescita delle emissioni di CO2 è una assoluta priorità, per gli effetti ambientali e sociali dei cambiamenti climatici che si rivelano sempre più drammatici.
Non basta riconoscere il problema ma è necessario agire: tagliare i sussidi alle fonti fossili darebbe un contributo importante, consentendo a livello globale di ridurre le emissioni di CO2 di 750 milioni di tonnellate pari alla metà dell’obiettivo climatico necessario a contenere l’aumento di temperatura globale di 2°C al 2020, promuovendo al contempo efficienza energetica e uso delle tecnologie rinnovabili. «E’ incredibile che nella Strategia energetica nazionale proposta dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera il tema dei sussidi alle fonti fossili sia completamente ignorato – ha aggiunto Zanchini – Eppure un Paese importatore di petrolio, carbone e gas come l’Italia avrebbe tutto l’interesse a cambiare modello energetico riducendo consumi e importazioni. In un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo cancellare questi 9 miliardi di sussidi è una scelta nell’interesse generale».
Nello specifico lo studio di Legambiente mette in evidenza sette diverse forme di incentivo, dirette e indirette, alle fonti fossili, che nel 2011 hanno garantito sussidi presi in bolletta per le centrali inquinanti, sconti e sussidi per le imprese energivore e i petrolieri, sussidi al trasporto su gomma e investimenti in infrastrutture autostradali. Si tratta di risorse pubbliche che per Legambiente bloccano l’innovazione e determinano ingiusti vantaggi, con enormi conseguenze economiche se si considera che la bolletta energetica italiana nel 2011 ammonta a 62 miliardi di euro. L’associazione ambientalista mette in evidenza una delle varie “magagne” del governo Monti. «Sull’energia e il clima il governo Monti finora ha compiuto scelte che vanno nella direzione sbagliata, aumentando il peso dei sussidi e riducendo gli incentivi alle fonti rinnovabili, a partire dai decreti contro l’eolico e il solare approvati a luglio – ha continuato il vicepresidente di Legambiente – Nel 2013 è addirittura prevedibile un aumento di questi regali alle fonti fossili, per via dei nuovi sussidi introdotti per le vecchie centrali a olio combustibile, per il via libera alle trivellazioni per petrolio e gas e per il nuovo sconto fino al 50% delle tasse per le nuove autostrade introdotto nel decreto Sviluppo. Per questi motivi, proprio dalla Conferenza sul Clima di Doha, chiediamo al governo di mandare un messaggio chiaro di stop a ogni sussidio alle fonti fossili», ha concluso Zanchini.
21 Novembre 2024