Trentamila famiglie non hanno più acqua per lavarsi. Altre 200mila persone “salvate” dalle autobotti
La Toscana in emergenza idrica: 30mila famiglie non hanno acqua per lavarsi (tra borghi e casolari di Bagno a Ripoli e Scandicci) e altre 200mila persone avrebbero già i rubinetti a secco se non fosse per le autobotti – 50 ogni settimana – che prelevano acqua dall’impianto dell’Anconella per portare refrigerio alle sorgenti idriche della Montagna Pistoiese e della zona collinare di Prato, di un terzo del Chianti e delle colline intorno a Firenze. «La situazione è molto preoccupante: a memoria d’uomo non si ricorda nulla di simile – commenta Erasmo D’Angelis, presidente di Publiacqua, la società che assicura il servizio idrico tra Pistoia, Prato, Firenze, e parte di Arezzo – Un milione di toscani vengono approvvigionati dal sistema della diga di Bilancino/Anconella: costoro non corrono rischi; 200mila sono allacciati ad acquedotti locali: per loro interveniamo con autobotti d’acqua dell’Anconella». A Barberino del Mugello, l’invaso di Bilancino attualmente segna 45 milioni di metri cubi di acqua; siamo decisamente al di sotto del livello “storico” (circa 70 milioni di metri cubi) ma lontani dalla soglia di guardia, che non deve scendere sotto quota 20 milioni (il consumo medio in questo periodo ammonta a 12 milioni di metri cubi il mese); piuttosto «vivono un dramma – continua D’Angelis – quei 30mila toscani che hanno sempre avuto l’autosufficienza idrica mediante pozzi privati». Mai come adesso è lotta agli sprechi: nelle ore serali, squadre di tecnici di Publiacqua sono sguinzagliate sul territorio alla ricerca di guasti e perdite; 50 sindaci dei comuni della Toscana centrale hanno diramato altrettante ordinanze che promettono sanzioni pecuniarie (in alcuni casi sino a 500 euro) per chi spreca acqua per lavare automobili, annaffiare giardini, riempire piscine private. Ordinanze anti-sprechi anche sulla costa, a Carrara, ad esempio, soprattutto per i paesi a monte. Tra le zone dove si registrano maggiori criticità ci sono Pontedera e il Pisano (nel comune di Calci, in particolare); tra Cecina e Montescudaio: il sindaco di quest’ultimo comune ha sequestrato un pozzo in uso alla Solvay, che da ieri non è più ad uso industriale, per impinguare l’acquedotto pubblico. In Alta Valdera e in Alta Val d’Elsa, nella Valdinievole e nei piccoli comuni intorno al Monte Serra «le sorgenti più superficiali hanno già da tempo diminuito la produzione – dice Danilo Bonciolini, responsabile relazioni esterne e segreteria cda di Acque, gestore del servizio idrico tra Pistoia, Lucca, Pisa, Firenze e Siena – per questo le stiamo rifornendo con autobotti tutti i giorni e più volte al giorno». Il meteo, però, non dà segni di pioggia: «Qualunque cosa ci aspetti – valuta il climatologo Giampiero Maracchi – non servirà ad alleviare il problema siccità. In termini di accumulo di risorse idriche, ormai, nulla cambierebbe anche se piovesse per 15 giorni di seguito». di Giovanna Mezzana – Tirreno
22 Novembre 2024