Che cos’è il welfare? E perché ci riguarda tutti, in modo diretto? Esce per Altreconomia edizioni un libro che spiega in modo semplice ed efficace che cosa lo Stato ha il dovere di garantire e che cosa possiamo fare noi cittadini per non perdere -o per riconquistare- a noi, alla nostra famiglia, al nostro amico disabile le garanzie e le prestazioni sociali necessarie per vivere in modo dignitoso.
Con un intervento di don Giacomo Panizza e un’intervista a Cristiano Gori. Esce in libreria “Tra il dire e il welfare”, un libro che descrive in parole “povere”, con i numeri essenziali e numerosi esempi e testimonianze lo stato dell’arte del Welfare State in Italia. Il libro si concentra proprio sul settore più trascurato dallo Stato e dove i tagli hanno effetti più drammatici, il welfare sociale, ovvero l’insieme di servizi o di prestazioni monetarie erogati, in primis a livello locale, per alleviare, rimuovere o prevenire condizioni di fragilità, disagio o mancanza di autonomia.
“Non ce lo possiamo più permettere”, ripetono da anni gli addetti ai lavori. Lo Stato sociale sarebbe da smantellare, perché mancano i soldi. Ma è poi vero? Come funziona il welfare in Italia e quali prestazioni garantisce? Quali parti “costano” di più e pesano sul bilancio dello Stato e sui contribuenti? Che cosa viene davvero tagliato e che cosa no?
“Tra il dire e il welfare” risponde con chiarezza a queste domande e fa piazza pulita dei luoghi comuni sul tema.
Scoprendo ad esempio -nel capitolo dedicato al “welfare che non ti aspetti”- che in Italia la spesa pubblica per l’assistenza nel campo delle non autosufficienze, della famiglia e maternità e della povertà è nettamente inferiore rispetto alla media europea e alle altre voci di spesa delle politiche di welfare. Per queste voci la spesa italiana rappresenta infatti solo lo 0,4% del Prodotto interno lordo, a fronte del 26,6% circa dedicato alla spesa pensionistica e quella sanitaria. (vedi il capitolo in allegato)
Che cosa succederà? Vivremo in un vero e proprio Welfare West, dove sopravvivono i più forti o i più abbienti?
E soprattutto quali strumenti abbiamo per cambiare la situazione? La prima risposta a tale quesito in un’intervista – nel cuore del libro – al sociologo Cristiano Gori, che sottolinea l’importanza dei Livelli essenziali di assistenza dovuti a tutti e riassume in una frase il drammatico momento del Paese: “In quest’ultima fase, segnata dal contemporaneo verificarsi di crescita di bisogni e drastici tagli a un sistema di risposte già esile, è diventato veramente chiaro a cosa servirebbero: garantire i diritti dei cittadini e tutelare l’esistenza di un sistema di welfare sociale finanziato dal pubblico”.
Ma una volta chiarito che sui diritti non si transige, “Tra il dire e il welfare” mostra una strada diversa e inedita.
Il libro racconta infatti storie inedite di welfare responsabile e quotidiano, che non guarda alla singola prestazione ma al benessere di tutta la società. Una “cura” che possiamo definire “welfare di relazione”, i cui protagonisti sono i Comuni -primi attori del “welfare locale”-, le aziende -che recitano una parte importante anche se non sono i deus ex machina-, il Terzo settore -non solo importante controfigura del pubblico, ma eroe dei più deboli-, e i cittadini -per nulla comparse, anzi spesso in primo piano-.
“Tra il dire e il welfare” ci sono insomma idee e buone pratiche che possono aiutare a estendere le protezioni del welfare e a rendere più equa la società, dal ristorante sociale al mutuo soccorso, dal microcredito alle cooperative antimafia. Un welfare solidale reso possibile dall’impegno di pubblico e società civile, richiamato nel suo intervento da don Giacomo Panizza, anima di Progetto Sud: “Questa è la bellezza di essere cittadini e cittadine, di rinnovarsi come persone che vivono a testa alta, di dare un nuovo senso e una nuova organizzazione alla vita”.
Con un glossario delle diverse definizioni e forme di welfare, da “welfare aziendale” a “welfare mix”.
Per le interviste agli autori e per recensioni, potete contattare Altreconomia: Laura Anicio, tel 02 89919890, ufficiostampa@altreconomia.it
“Tra il dire e il welfare. Lo Stato sociale del mare della crisi. Esperienze e idee per un nuovo welfare equo e partecipato” di Francesca Paini e Giulio Sensi, 144 pagine, 12,50 euro (Altreconomia 2012)
Francesca Paini è consigliere regionale di Federsolidarietà Lombardia. Da anni si occupa di cooperazione e di welfare. È presidente della cooperativa Altra Economia e autrice, con Carlo Borzaga, del libro “Buon lavoro”.
Giulio Sensi è direttore della rivista Volontariato Oggi. Cura la comunicazione della Fondazione Volontariato e Partecipazione e scrive per Altreconomia. Ha collaborato con organizzazioni non governative, riviste e realtà del non profit.
Altreconomia è l’editore che dal 1999 racconta, con la rivista mensile e i suoi libri le iniziative più coraggiose di un’economia nuova e solidale, fondata sulle relazioni, il rispetto dell’ambiente e delle persone, la forza della società civile. Altreconomia è un caso unico d’informazione indipendente, senza finanziamenti pubblici e senza padroni.
L’editore, Altra Economia, è infatti una cooperativa, formata da oltre 516 soci, in gran parte lettori, persone e realtà vicine all’economia solidale. Una nuova chiave di lettura della realtà.
La redazione è in Corso Lodi 47, a Milano Tel. 02-89.91.98.90 – fax 02-54.01.96.55 – www.altreconomia.it
22 Dicembre 2024