Un manifesto NoNimby

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Un manifesto NoNimby

nonimbySpesso le sigle anglofone entrano nel nostro vocabolario. Nimby è una di queste.“Non nel mio cortile”: abbiamo imparato ad associare questa formula ai moltissimi conflitti ambientali, alle molte controversie tra comitati e movimenti locali che si oppongono ad un’opera sul proprio territorio.
Siamo ricercatrici e ricercatori e abbiamo persino studiato e analizzato questo tipo di dispute. Crediamo che questo acronimo, così facile da pronunciare sia un ostacolo non solo alla comprensione di questi fenomeni, ma anche per affrontarli nel modo migliore.
La formula Nimby è sbagliata ed è stata sostituita dalla maggior parte della letteratura scientifica internazionale e nazionale con altre definizioni. E’ sbagliata perché cerca di trarre un giudizio prima di analizzare motivazioni e ragioni; perché usa una definizione dall’apparente gergo scientifico per usarla politicamente; perché usa un solo sentimento, l’egoismo, per semplificare una realtà complessa.
La formula Nimby è dannosa e dovrebbe essere sostituita nel linguaggio comune, in quello giornalistico e, soprattutto, in quello della classe dirigente. E’ dannosa perché crea uno stigma e può rendere più faticoso il dialogo; perché conferma un modo di decisione, Decidi Annuncia Difendi, che facilita i conflitti invece di evitarli; perché rende più difficili e meno partecipati i processi di governo come i processi deliberativi.
Questo è un appello e raramente chi analizza un fenomeno propone iniziative per modificarlo. Perché vogliamo migliorare il nostro sistema democratico, facilitare l’analisi e la conoscenza dei sentimenti della cittadinanza, realizzare politiche e opere utili alla popolazione.
Lo facciamo con questa piccola denuncia, questa presa di posizione.
Se fai ricerca o informazione su questi temi: associati a questo appello, smetti di usare questa sigla, passaparola.
#nonimby
Marco Binotto, Alessandro Caramis, Rossella Rega (Sapienza Università di Roma); aderiscono anche Alfredo Agustoni (Università di Chieti), Gaetano Borrelli (ENEA), Marco Cilento (Sapienza Università di Roma), Mario Diani (Università di Trento), Terri Mannarini (Università del Salento), Mara Maretti (Università di Chieti), Giorgio Osti (Università di Trieste), Luigi Pellizzoni (Università di Trieste),  Mauro Sarrica   (Sapienza Università di Roma).