Come tutti gli anni anche questo gennaio si stanno tenendo in contemporanea in tutta Europa gli IWC, International Water-bird Count. Sono i censimenti degli uccelli che svernano nelle zone umide e che sono organizzati in Toscana, per conto della Regione, dal COT, che si avvale di esperti volontari selezionati dall’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale.
Martedì, per il venticinquesimo anno consecutivo, è stata la volta del comprensorio del padule di Bientina, l’area una volta occupata dal vasto lago di Sesto, dove oltre una decina di volontari, mappe alla mano, con una profonda conoscenza del territorio, si sono distribuiti nel contare le presenze di aironi, cormorani, anatre e di tutti gli altri uccelli legati agli ambienti umidi.
La vasta area, che va dai confini degli abitati di Bientina, Altopascio e Porcari fino alla base dei Monti Pisani e delle Cerbaie, è una delle zone umide più importanti della Toscana e le presenze ornitiche lo confermano annualmente.
L’analisi di un quarto di secolo di censimenti conferma l’importanza dell’area dei laghi Della Gherardesca, per la cui tutela hanno lavorato in modo sinergico le associazione ambientaliste, agricole e venatorie, supportate dall’impegno di professionisti e politici locali. A decorrere dal 2008, primo anno in cui l’area è risultata perennemente allagata, i contingenti di uccelli acquatici svernanti, e in particolare gli anatidi, sono aumentati in modo esponenziale. Grazie al riallagamento dell’area l’importanza naturalistica del padule è cresciuta e si consolida ogni anno di più, come è stato riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente che, con Decreto del 21 ottobre 2013, ha dichiarato l’area zona umida di importanza internazionale ai sensi della “Convenzione relativa alle zone umide di importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici”, firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971. Un ultimo tassello manca ancora perché i risultati finora ottenuti possano essere duraturi: la protezione definitiva degli specchi d’acqua Della Gherardesca, che purtroppo sono rimasti esclusi dalla zona Ramsar e che in questi giorni la regione Toscana sta per designare come ZPS.
Oltre duemila anatre (germani, alzavole, moriglioni, mestoloni, codoni, fischioni, morette, canapiglie, morette tabaccate), migliaia di pavoncelle (ancora una volta uno dei siti più importanti d’Italia per la specie), testimoniano la grandissima valenza ambientale di questo lembo di territorio, meritevole di essere salvaguardato da cementificazioni e dalla eccessiva pressione venatoria.
La zona protetta risulta attualmente un mosaico di diversi istituti: Riserva naturale, ANPIL, zona di protezione lungo le rotte migratorie, oasi comunali, divieti di caccia di istituzione provinciale, altre di matrice regionale. Da anni si sta lavorando, anche con l’aiuto del Consorzio di bonifica e degli enti locali, per la razionalizzazione e l’unione di tali territori sotto un unico istituto di Riserva naturale con la relativa area contigua, che meglio potrebbe gestire e reperire risorse per una corretta ed ampia fruizione.
Già oggi, comunque, appassionati da tutta Italia si recano nell’area, attratti dalla qualità e quantità degli uccelli e degli ambienti ed è recentissima a sua inclusione nella pubblicazione ‘Birdwatching in Italia’ che descrive i migliori luoghi dove osservare gli uccelli nel nostro paese.
A noi piace vedere come un ambiente, un’area che una ventina di anni or sono veniva considerata ‘terra di conquista’ da inquinatori e speculatori, grazie anche al nostro contributo, abbia oggi sempre più chiara davanti a sé una radiosa vocazione turistico ricreativa e possa essere a vario titolo annoverata tra le più interessanti d’Italia.
di Domenico Verducci, vicepresidente Wwf Alta Toscana
21 Novembre 2024